SPECIALE COMPLOTTO DI GELA TRA SILENZI E BUGIE (Video)

Il 27 Aprile 2012, l’insegnante gelese Domenico Timpanelli venne arrestato ingiustamente per droga durante una operazione fallimentare della GdF di Gela rivelatasi un teatrino definito « opaco » dalla Procura di Gela. Quello del Timpanelli, fu un arresto utile al promoter gelese Allianz, Acciaro Vincenzo, ad evitare che Timpanelli portasse all’incasso la somma di euro 250.000 quota capitale di un investimento/truffa. A garantire l’arresto del Timpanelli, secondo alcune dichiarazioni rese dallo stesso Acciaro, sarebbe stato il finanziere avolese Paolo Salemi che avrebbe informato Acciaro dell’imminente arresto del Timpanelli (non di una imminente operazione anti droga ma proprio dell’arresto). In questo modo, mettendo in carcere l’innocente maestro, non solo si sarebbe evitato che il predetto continuasse a richiedere i propri soldi indietro all’Acciaro, ma oltre a privarlo dei suoi soldi, lo si sarebbe murato vivo in carcere, mettendolo a tacere e costruendo false accuse di usura e droga a suo carico.

Durante la farsa della perquisizione, vi furono finanzieri che non videro chi trovò la droga, altri che videro cose diverse tra loro: il M.llo Iudici dichiarò in Tribunale  » Era un panetto unico con del nastro da imballaggio »…. UN PANETTO UNICO CHE IN CASERMA SI QUINTUPLICA, mentre Timpanelli é chiuso a chiave in una stanza della caserma senza possibilità alcuna di vedere ciò che accade intorno a lui. I panetti di droga che il finanziere Paolo Salemi, invece, fece arrivare all’ufficio corpi di reato del Tribunale di Gela, furono invece ben 5. Mezzo kilo di droga ed una bustina di cocaina che secondo una perizia non potevano essere inseriti o estratti, tutti insieme, da dietro la ruota esterna della vettura del Timpanelli, essendo una vettura bassa e sportiva e con le ruote maggiorate. Lo spazio tra la ruota ed il parafango, infatti era molto esiguo, nè la vettura fu mai alzata con un crik durante la perquisizione, né il parasassi venne mai danneggiato o staccato.

INVECE, il nastro d’imballaggio di colore marrone che avvolgeva il panetto di droga, involucro che l’ufficiale Paolo Salemi fa sparire, assieme alle impronte digitali che esso conteneva, lo stesso tipo di nastro marrone in polipropilene verrà utilizzato dal finanziere più tardi per riconfezionare la droga e compromettere definitivamente il corpo di reato. NON DELLO SCOTCH che usualmente si trova in scuole ed uffici ma lo stesso nastro d’imballaggio e di stesso colore che avvolgeva sia il panetto di droga che sarebbe stato estratto da dietro la ruota che l’oltre mezzo kilo di droga che la GdF di Gela consegnò all’ufficio corpi di reati del Tribunale di Gela: SOLO UNA COINCIDENZA?

E Timpanelli si rivolge ai Magistrati: « Archiviare le mie denunce é sicuramente la cosa più semplice poiché evita scontri istituzionali. Chiedo invece uno serio approfondimento al fine di valutare almeno reati di falsa testimonianza commessi in udienza in Tribunale.

Se fossi stato un vero spacciatore NON avrei di certo custodito la droga dietro la ruota esterna della mia autovettura, né all’interno dell’abitacolo, né in casa. Solo uno demente può nascondere droga in posti di sua pertinenza! Con tantissimi spazi verdi del mio quartiere, l’avrei nascosta in uno dei tanti giardini pubblici come fanno i veri spacciatori, magari non lontano dalla mia autovettura. Impensabile passare la notte a letto in casa e lasciare droga in auto. Ci sono troppe cose che non quadrano in questa storia e mi auguro seriamente che il GIP di Gela e la Procura approfondiscano fatti e comportamenti che a mio avviso sono di inaudita gravità. Chiedo anche che venga sentito il criminale Vincenzo Acciaro a cui fu garantito il mio ingiusto arresto ».

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