SABATO SANTO DI 11 ANNI FA, UN SUMMIT AL BAR DELL’OROLOGIO DI AVOLA, CITTADINA DELL’UFFICIALE GdF PAOLO SALEMI, DECIDEVA CHE IL MAESTRO TIMPANELLI DI GELA DOVEVA ESSERE ELIMINATO. AL SUMMIT PARTECIPANO IL BROKER GELESE ACCIARO VINCENZO, DEBITORE VERSO TIMPANELLI DI 250.000 EURO, IL FINANZIERE PAOLO SALEMI ED IL MAFIOSO BIAGIO TRIBULATO, VICINO AL CLAN CAPPELLO-CARATEDDI. ABBANDONATA L’IDEA DELL’OMICIDIO, SI DECIDE DI ORGANIZZARE SIMULAZIONI DI REATO AL FINE DI ELIMINARE TIMPANELLI CHE STAVA PREMENDO SU ACCIARO PER RIAVERE I SOLDI DI UN INVESTIMENTO/TRUFFA, SOLDI CHE ACCIARO AVEVA FATTO SPARIRE.
Ancora 11 Aprile! Ma questa volta dalle sedie del bar dell’orologio di Avola, alle poltroncine rosse dell’aula del GUP presso il Tribunale di Gela, dai pasticcini e caffè serviti al bar al finanziere Salemi seduto assieme ai due criminali, alle carte bollate servite dal maestro Timpanelli, che accusano, senza mezzi termini, i due finanzieri. Sono infatti indagati per falsa testimonianza sia il maresciallo Antonino Rappoccio, ancora in servizio presso la caserma della GdF di Gela che il famoso ufficiale Paolo Salemi di Avola.
I due finanzieri infatti, sono apparsi innanzi al GUP che dovrà decidere se rinviarli a giudizio o accogliere la richiesta di archiviazione del PM Calabrese, richiesta alla quale la parte offesa Timpanelli Domenico si è opposto, inviando una pec oltre che al GIP di Gela anche alla Procura Generale di Caltanissetta. Sull’ufficiale Paolo Salemi pende inoltre un’altra indagine di calunnia sempre a seguito di una recente querela presentata dal maestro, dopo che l’ufficiale di finanza, al termine di una udienza dentro l’aula di giustizia, si era alzato dal proprio posto per recarsi innanzi i magistrati ed accusare falsamenti il ricercatore universitario Timpanelli, di registrare un video all’interno dell’aula. Timpanelli che reagì con forza innanzi ai togati, chiese al PM il sequestro del proprio cellulare. Il finanziere venne querelato ed oggi sottoposto ad ulteriori indagini.
Nella memoria della parte offesa consegnata da Timpanelli al GIP ed alla Procura Generale, il maestro Timpanelli, in totale disaccordo con il PM Mario Calabrese, chiede il rinvio a giudizio di entrambi i finanzieri considerato che le dichiarazioni rese in Tribunale sono contraddittorie e false. Per il PM Calabrese invece si tratterebbe di imprecisioni rese da « soggetti non qualificati », così il PM definisce i due finanzieri….. Ma Timpanelli contesta proprio al Pubblico Ministero un mancato approfondimento di indagini che invece necessita necessita di approfondimenti ed interrogatori ai vari soggetti che furono in qualche modo protagonisti attivi del complotto, dalla farsa della perquisizione nella vettura del Timpanelli, quindi alla ricerca di droga. I marescialli Minardi e Messina hanno sempre dichiarato di non avere visto chi trovò il panetto di droga dietro la ruota della vettura ed il maresciallo Messina dichiara, come Timpanelli, che il cane antidroga non ha mai abbaiato né segnalato presenza di droga dietro la ruota esterna della vettura di proprietà del Timpanelli. Tutto il contrario di ciò che invece dichiara l’ufficiale Paolo Salemi; false dichiarazioni che hanno indotto la parte offesa Timpanelli a chiedere un approfondimento nelle indagini e l’interrogarotio anche dei due finanzieri Minardi e Messina. Ma quello che lascia letteramente sconvolti sono le dichiarazioni del maresciallo Iudici, anche lui partecipe alla messinscena della perquisizione nella vettura del Timpanelli: “Era un panetto unico con del nastro, quello di carta di imballaggio ed è stato materialmente preso dal Brigadiere iudici” Un panetto unico, secondo il maresciallo Iudici ma che poi in caserma i due indagati Paolo Salemi ed Antonino Rappoccio fanno magicamente quintuplicare, dichiarando di avere trovato mezzo kilo di droga che secondo l’indagato finanziere Salemi, sarebbe stata estratta da dietro la ruota della Peugeot 308 CC bassa e sportiva del Timpanelli. E quindi non si capisce se la droga recuperata da dietro la ruota esterna di quella vettura fosse un solo panetto o 5 panetti come falsamente sostiene il Salemi. Peccato per lui però che un perito, che collabora con il Tribunale di Caltanissetta, ha smentito categoricamente il finanziere atteso che un pacco contenente mezzo kilo di hashish non può passare in uno spazio così esiguo di una vettura bassa, sportiva e con le ruote maggiorate.
Inoltre il maresciallo Iudice sostiene che il panetto lo avrebbe estratto dalla ruota l’appuntato Iudici, il finanziere Salemi sostiene che lo avrebbe estratto l’appuntato Cuffaro mentre il Timpanelli sostiene di avere visto in mano al Salemi il panetto di droga mentre costui gioioso sbraitava bingoooo….vittoria!! Perché il PM Calabrese non ha interrogato in questo procedimento i predetti personaggi per verificare le bugie del finanziere Paolo Salemi? “Una montagna di menzogne da parte del Salemi” che secondo Timpanelli potrebbero essere smascherate con interrogatori seri e profondi.
E perché non è stato sentito lo stesso Acciaro Vincenzo che prima di beccarsi una condanna a 4 anni di reclusione ma senza carcere per prescrizione del reato, ha dichiarato che lui sapeva che quella notte Timpanelli doveva essere arrestato e che tale arresto lo avevano garantito sia il criminale vicino alla mafia Biagio Tribulato che il finanziere Paolo Salemi?
Perché in queste indagini di dichiarazioni reticenti e di menzogne, il PM non ha inteso sentire né Acciaro né il mafioso Tribulato? Mafioso che si è preso tutte le colpe, non tutte sue, lasciandosi processare in contumacia senza mai venire una sola volta durante i suoi processi né presso il Tribunale di Gela, né presso il Tribunale di Caltanissetta? Queste e tante altre stranezze, incongruenze e complicità, dimostrano, secondo la parte offesa Domenico Timpanelli, che ci furono inquietanti connivenze e che spiegano il perché nessuno di quei finanzieri ha mai aperto una sola indagine per capire e verificare in quali sporche tasche corrotte sono finite le 250.000 mila euro truffate al Timpanelli. e con quali maiali dal pelo grigio Acciaro li abbia spartiti. Il seguente video offre in 15 minuti un feroce percorso del terrore, a tratti incredibile che mostra e dimostra come in Italia, per soldi, criminali incalliti e corrotti senza scrupoli possano distruggere la vita a chiunque e simulare reati a danno di ignari cittadini. Prima della droga, Timpanelli doveva essere arrestato per usura considerato che avevano già redatto tale denuncia contro il maestro e preparato un altra polpetta avvelenata, quindi un’altra simulazione di reato che doveva concludersi Venerdì 14 Aprile 2012 con l’arresto del professore innanzi l’androne della Scuola dove prestava servizio. Questa testata seguirà tutti i risvolti futuri di questa vicenda ma Timpanelli giura che nulla ha scalfito il suo impegno di battaglia per verità e giustizia. Anzi lui ci confida che più tempo passa più prova gusto e forza per andare avanti spedito, in qualunque sede, senza mai guardare in faccia nessuno.