SMENTITI E SVERGOGNATI, IN TRIBUNALE, FINANZIERI DI GELA

DICHIARAZIONI SPONTANEE DEL PROFESSORE TIMPANELLI MA ANCHE SENTENZE DEI GIUDICI, DISTRUGGONO CREDIBILITA’ E REPUTAZIONE DI ALCUNI FINANZIERI. E LA GIUDICE EVA NICASTRO BUTTA FUORI DALL’AULA IL FINANZIERE: “TESTE SUPERFLUO, IL MARESCIALLO GdF SI PUO’ ACCOMODARE”

La vicenda del famoso complotto di Gela, riserva nuove sorprese. Seppur complottisti a livelli superiori non furono condannati penalmente, rimane sul capo di chi doveva proteggere verità e giustizia uno stato bestiale di infamia, degrado di giustizia e di umanità. Per fortuna, le battaglie giudiziali piene di successi che Domenico Timpanelli porta avanti ormai da 12 anni, hanno smascherato ed in parte condannato, il criminale Acciaro Vincenzo, un ex promoter Allianz Bank di Gela ed il suo amico in affari Biagio Tribulato di Lentini, malavitoso vicino al clan Cappello/Carateddi. I due avevano in progetto di fare assassinare l’insegnante Domenico Timpanelli, che voleva indietro i suoi soldi, attirandolo in trappola in campagna con il pretesto di restituirgli le sue 250.000 euro.

ll promoter malvivente Acciaro Vincenzo, dopo avere proposto ed ottenuto dall’insegnante 250 mila euro per un fantomatico investimento, quei soldi, li aveva fatti sparire ed in parte messi nella disponibilità del boss Coniglione Giuseppe e di altri criminali, poi arrestati, nell’operazione “Bermuda” della DIA di Catania. Abbandonata l’idea di fare uccidere Timpanelli, ma non di eliminarlo, durante un summit presso il bar dell’orologio di Avola, a cui partecipò anche l’ufficiale della GdF a Gela, il tenente di Avola Paolo Salemi, fu deciso di fare fuori Timpanelli, creando a suo danno tracce di reato di usura e droga, quindi di toglierlo di mezzo rinchiudendolo in carcere.

Quanto poi successo durante l’ingannevole perquisizione di droga e la simulazione, a danno del Timpanelli, hanno dell’incredibile. In una recente sentenza, la giudice Dottoressa Eva Nicastro ha dichiarato “non luogo a procedere” contro Timpanelli che in questi ultimi anni ha smascherato l’operato dell’ufficiale della GdF Paolo Salemi e del Maresciallo Rappoccio, organizzatori di quella denigrante e fallimentare operazione di polizia giudiziaria. Per quanto dichiarato dal Timpanelli, la GdF di Gela lo ha spesso denunciato per diffamazione ma tutte le iniziative di polizia hanno sempre avuto, per i predetti, insuccessi clamorosi e deludenti. Un’altra giudice, la dottoressa Francesca Pulvirenti, poco tenera verso la GdF di Gela, in altra sentenza scrive:

“Non venivano eseguiti i rilievi fotografici del pacco che conteneva a sua volta i cinque involucri di droga” ed ancora: “il Timpanelli, nell’immediatezza del rinvenimento dello stupefacente chiedeva ai militari della GdF di eseguire sull’involucro esterno dei rilievi dattiloscopici ma la sua richiesta venne disattesa”.

Ed è grave che prove così importanti furono fatte sparire proprio dal famoso tenente Paolo Salemi di Avola e dal Maresciallo Rappoccio che gestirono l’ingiusto arresto del Timpanelli ed il cui movente di quell’arresto era solo evitare che Timpanelli portasse all’incasso la somma di 250.000 euro.

E la stessa giudice scrive che “secondo il contenuto delle dichiarazioni del Timpanelli il suo arresto era frutto di un complotto ordito nei suoi confronti dall’Acciaro al preciso fine di impedirgli di incassare il titolo. Arrestato Timpanelli, “il predetto non avrebbe potuto elevare il protesto, circostanza questa che avrebbe evitato la rovina economica del promoter Acciaro”.

Secondo la giudice, il Timpanelli, che ha più volte denunciato i due finanzieri,

“assumeva che elementi indiziari forti a carico dei predetti fossero:

  • Le modalità di rinvenimento dello stupefacente, dopo che gli venne riferito che le operazioni erano concluse mentre lui ed il suo legale si erano allontanati dal posto.
  • Il numero di contatti telefonici tra l’ufficiale Salemi ed il Tribulato, il giorno antecedente al suo arresto e nelle ore immediatamente antecedenti alla perquisizione
  • Gli esiti dell’accertamento tecnico eseguito dal consulente nominato dal Timpanelli, secondo i quali le dimensioni del pacco contenente lo stupefacente era incompatibile con lo spazio esterno tra ruota e parasassi della vettura bassa e sportiva Peugeot 308 CC
  • La deposizione resa di Acciaro nella parte in cui affermava che gli era noto che Timpanelli dovesse essere arrestato nel breve termine.

Tale notizia gli era stata riferita dal mafioso Tribulato e dal finanziere…

E secondo la giudice Francesca Pulvirenti, “la questione nodale è se parte del complotto fosse l’operato dai finanzieri indagati o se gli stessi, nella vicenda citata, fossero stati strumenti inconsapevoli nelle mani dei soli registi del complotto Acciaro e Tribulato, ordito ai danni del Timpanelli.

Per Timpanelli, sarebbero emerse, nel corso delle indagini troppe incongruenze per affermare l’inconsapevolezza da parte dei finanzieri in merito alle false accuse rivolte nei suoi confronti.

Certo anche il decidente non può non rilevare come sin dall’inizio da parte dei militari vennero taciute le particolari modalità di rinvenimento dello stupefacente sia nel verbale d’arresto ma soprattutto nelle annotazioni di servizio redatte in seguito.

Dopo l’interrogatorio di garanzia del Timpanelli il PM procedente faceva esplicita richiesta di specificazione delle modalità di esecuzione della perquisizione eseguita a carico dell’arrestato Timpanelli ed il tenente Salemi rispondeva tacendo una circostanza di certo non irrilevante quale l’iniziale esito negativo di una prima perquisizione del veicolo, lo spostamento del veicolo in un luogo diverso da quella della sua originaria posizione e l’esecuzione di una seconda perquisizione.

Certamente l’invocato approfondimento istruttorio chiesto dal Timpanelli avrebbe consentito di accertare la reale verificazione degli eventi. Tuttavia questo decidente non può che rilevare l’inconducenza di eventuali ulteriori atti investigativi stante la maturata prescrizione di tutti i reati eventualmente commessi dai finanzieri indagati”.

Ed il professore dichiara: “Invece di chiedere perdono, alcuni finanzieri denunciano pensando di farmi paura per tapparmi la bocca. Invece le loro denunce sono utili a far conoscere lo schifo e la vergogna di una vicenda putrida e disgustosa”