GELA: I FINANZIERI, IL MAESTRO E GLI ALUNNI… QUEI DANNI SUBITI DA INNOCENTE E BAMBINI

L’incredibile storia dell’insegnante Domenico Timpanelli finito dietro le sbarre del carcere Balate di Gela ed oggi dietro una cattedra a gestire il delicato lavoro di educatore di bambini gelesi. Il maestro, a dire dal Gip. Lirio Conti, fu vittima di complotto, arrestato il 27 Aprile 2012 e vittima di un grave errore giudiziario. Una vicenda ancora irrisolta nella quale s’intrecciano errori e stranezze che sembrerebbe abbiano portato anche all’allontanamento da Gela del tenente della Guardia di Finanza Paolo Salemi, nel 2012, comandante del nucleo operativo della GdF della città del golfo.02

Anche parte delle monete romane, per le quali Timpanelli era stato denunciato dallo stesso finanziere e poi totalmente scagionato dalla Procura dI Gela, hanno seguito il maestro a Scuola e si trovano in classe, incollate sopra un cartellone di Storia. Le altre monete, qualcuno sostiene, avere visto il maestro lanciarle in strada, proprio nei pressi della caserma della Guardia di Finanza di Gela. Che beffa se si pensa che il mese scorso, proprio la GdF locale, fu impegnata in una operazione di monete e reperti archeologici definita “Agorà”. E mentre i finanzieri arrestavano i presunti tombaroli, le altre monete, quelle pulite del Timpanelli, definite dai finanzieri “di notevole valore commerciale”, giacevano sotto i piedi di tutti, per terra, in strada, come resti di una qualunque immondizia. A Scuola invece si ritrovano di nuovo insieme maestro e bambini, occhi smarriti, vittime in modo diverso della stessa prepotenza di chi ha abusato e calpestato sogni e dignità. “Ho voluto cominciare con le stesse parole di un altro innocente, Enzo Tortora, il giorno del suo rientro in Rai, quelle parole che per me hanno un peso ed un significato”. Le lezioni cominciano: storia ed inglese, è lì che Domenico Timpanelli, laureato in lingue e guida storica della Sicilia, riesce a dare il meglio. I giorni passano, alcuni bambini chiedono ed ottengono di sedersi accanto al loro maestro.

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Poi una mano si alza: “maestro, perché ti hanno messo in carcere? Perché non hanno preso prima le impronte digitali sul pacco di droga”? “Ero pronto ad una domanda come questa”, sostiene Timpanelli, “ I bambini di oggi sono svegli e non vivono certo nel mondo delle fate ma in quello di TV, telegiornali ed internet. Ho interrotto la lezione, ritenendo di dovere rispondere e dare spiegazioni. Ho raccontato ai bambini la verità senza paure, ho detto loro che il primo innocente è Gesù, ucciso in croce proprio dai quei centurioni romani che una volta rappresentavano la legge e di cui oggi ne studiamo la storia. Ho detto loro che l’allora Procuratore, Ponzio Pilato, se ne lavò le mani, incapace com’è a prendere una decisione che rispettasse verità e giustizia. Un altro bambino sostiene che il mio arresto fu “tutta una questione di soldi” trovando così una ragione ai suoi perché. Ho chiesto ai miei bambini di pregare per me affinché i Magistrati abbiano il coraggio e la volontà di andare fino in fondo in questa storia vergognosa”. In quasi 4 anni dal mio ingiusto arresto siamo lontani dalla verità ed in Procura a Gela, dormono carte che messe insieme sono tasselli di una storia nella quale più soggetti hanno responsabilità precise.  Il danno arrecatomi é enorme a me come anche alle diverse famiglie di alunni della Scuola “Cantina Sociale”,  che qualche anno fa, videro i loro figli privati ingiustamente del loro maestro.