IL 5 MAGGIO SCORSO LA SESTA SEZIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE AVEVA SANCITO LA COLPEVOLEZZA DEL BROKER GELESE VINCENZO ACCIARO CONFERMANDO LA CONDANNA EMESSA DAL TRIBUNALE DI GELA A 4 ANNI DI RECLUSIONE MA SENZA CARCERE PER SOPRAGIUNTA PRESCRIZIONE DEI REATI. SECONDO ACCIARO ED IL SUO DIFENSORE FERRARA, CHE PRESENTANO ULTERIORE RICORSO A ROMA, SIA I GIUDICI DI GELA CHE QUELLI ROMANI HANNO SBAGLIATO. SI OPPONGONO ALLE MOTIVAZIONI DEL RICORSO DI ACCIARO SIA LA PARTE OFFESA, TIMPANELLI DOMENICO CON L’AVV. VINCENZO RICOTTA CHE LA PROCURA GENERALE DI CALTANISSETTA: UDIENZA FISSATA PER IL 14 OTTOBRE.
Secondo i Magistrati, il gelese Acciaro Vincenzo è l’organizzatore dell’ormai noto « COMPLOTTO DI GELA« . Fu Vincenzo Acciaro ad avere assoldato il lentinese Biagio Tribulato, criminale vicino alla mafia di Catania oggi in carcere a Caltagirone, per simulare contro il maestro Domenico Timpanelli il reato di droga ed al fine liberarsi di un debito. “Acciaro utilizzò la propria posizione di broker finanziario ed il marchio Allianz della sua agenzia per attirarmi in trappola” dichiara Timpanelli. “Fece sparire le mie 250 mila euro che gli avevo consegnato in 5 assegni circolari da 50 mila euro ciascuno, mi truffò e si appropriò dei miei soldi in 10 anni mai restituiti. Quando li reclamai, organizzò contro di me, simulazioni di reati gravissimi potendo contare su spalleggiatori vicino alla mafia e su soggetti corrotti provenienti da una zona « grigia » che furono ambigui e disonesti. Una vicenda che dura circa un decennio e sulla quale, la vittima Domenico Timpanelli, ha tutte le intenzioni di procedere ancora per tanti anni fino almeno alla restituzione dei soldi che gli sono stati truffati da Acciaro. “Anche se l’udienza sarà a porte chiuse, io sarò a Roma dietro quella porta perché voglio credere che anche in questa vita, ci sia almeno un po’ di verità che in questa storia molti hanno nascosto e mortificato”. Va inoltre segnalato che l’avvocato Ferrara, dopo la conferma di condanna ad Acciaro, il 5 Maggio scorso, dichiarava alla stampa che il suo assistito non era condannato ma, nel ricorso che oggi lo stesso avvocato presenta in Cassazione, il predetto scrive testualmente: “È necessario puntualizzare che la dichiarazione di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, presuppone un giudizio positivo di responsabilità in capo ad Acciaro, fatto che questo rende la situazione del tutto equiparata ad una pronuncia di condanna”. Così l’avv. Ferrara, difensore di Acciaro che dopo la condanna in Cassazione, si scagliò contro Rete Chiara e contro il Quotidiano di Gela minacciando querele, poiché a suo dire non si trattava di condanna. Lo stesso Quotidiano di Gela, cancellò il primo articolo che riportava il titolo di condanna ad Acciaro per poi pubblicarne una nuova notizia dal titolo « Caso Timpanelli, difesa Acciaro: “Non è condanna, se necessario ricorso a Corte Europea” E pertanto se non fosse stata condanna non si capiva perché nello stesso titolo l’avvocato ne sollecitava un ricorso. “I magistrati non hanno certo fatto l’applauso ad Acciaro; lo hanno invece condannato dovendo purtroppo dichiarare prescritto il reato penale ma non quello civile” sostiene Timpanelli. “Vedremo adesso cosa dirà il 14 Ottobre la stessa Cassazione ma il processo penale contro Acciaro ha avuto tre gradi di giudizio e non si può fare né un quarto né un quinto grado. Credo e mi auguro che i magistrati romani dichiarino illegittimo il ricorso di Acciaro confermando ciò che la stessa Cassazione ha sancito il 5 Maggio scorso. Ciò, nel rispetto della legge e delle stesse recenti sentenze della Cassazione che in casi simili hanno dichiarato la nullità di un qualunque ricorso che non fa altro che reiterare le stesse cose dette in Cassazione durante la precedente udienza. ”. Nell’attesa quindi della decisione, del 14 Ottobre, questa testata ripropone l’intervista di Maggio scorso alla vittima, avvenuta dopo la condanna del broker finanziario Acciaro Vincenzo. Certamente, anche i magistrati romani non inviarono applausi ad Acciaro, né plausi ai delinquenti che lo hanno sostenuto nella commissione dei suoi gravi reati.