PROCESSO DELL’ORRORE A GELA, ECCO IL VIDEO CHE FA PAURA

Mafiosi, finanzieri, il falso confidente di Lentini Tribulato Biagio, il promoter gelese Acciaro Vincenzo e 250.000,00 euro truffate a Domenico Timpanelli. E’ inquietante il quadro che viene fuori dal processo contro il lentinese Tribulato Biagio per simulazione di reato e calunnia a danno del maestro di Gela. Per gli stessi reati sono indagati il promoter Acciaro Vincenzo, per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Per l’ufficiale GdF, Paolo Salemi di Avola, anche lui indagato, l’udienza camerale è fissata per il prossimo 27 Settembre.

GELA: IMBROGLI E FINANZIERI, TRAMA DI UNA MAGAGNA (Video Esclusivo)

Il 27 Settembre prossimo, presso la sezione dei giudici per le indagini preliminari, si terrà l’udienza a carico del capitano Paolo Salemi, ex comandante del nucleo operativo della GdF di Gela. In pratica il P.M. dr. Asaro ed il G.I.P. dr. Fiore, dovranno decidere se processare o meno, l’ufficiale di finanza, indagato per calunnia, diffamazione e simulazione di reato. Parte offesa il maestro di Gela, Domenico Timpanelli, come noto finito in carcere dopo che a suo carico “pur sapendolo innocente, erano state simulate le tracce del grave reato di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente”. Nel frattempo, il maestro di Gela ha presentato una richiesta di esperimento giudiziale. Chiede che il GIP autorizzi che l’intero pacco di mezzo kilo di droga sia ricomposto, inserito ed estratto senza nulla rompere e senza alzare l’autovettura con uso del crick, dietro il passante della sua autovettura, una Peugeot 308 CC, proprio come sarebbe avvenuto il 27 Aprile 2012. Infatti, una perizia redatta da un ingegnere che collabora con il Tribunale nisseno, esclude che 5 panetti di hascisc da 100 gr. ciascuno e 2,5 gr. di cocaina, imballati insieme, possano essere introdotti o estratti dietro la ruota anteriore esterna della vettura del Timpanelli.  Dopo che Timpanelli era stato scarcerato ed i magistrati già parlavano di complotto ai suoi danni, il 27 Luglio, a Timpanelli venne dissequestrata e riconsegnata la sua autovettura, stranamente mai trasferita al deposito corpi di reato e stranamente custodita per 90 giorni dentro il piazzale della caserma GdF di Gela. Nel momento dello spostamento dell’autovettura, da dietro il paraurti della Peugeot cadde per terra, rotolando fino innanzi ai piedi del Timpanelli un involucro cellofanato e benchè imbarazzati,  i finanzieri si rifutarono di spacchettarlo, dicendo al Timpanelli che si trattava di una palla di carta con cui giocano i bambini. Ma quali bambini dentro il piazzale di una caserma videosorvegliata e recintata? Timpanelli si è sempre chiedo quale sostanza poteva contenere quell’involucro cellofanato a forma di sfera.  E se da un lato il M.llo Rappoccio parlava di palla di carta, dall’altro il predetto dichiarava a Timpanelli: “AMMESSO CHE ERA QUELLO CHE E’, LEI CHE C’ENTRA ? LA MACCHINA C’E’ L’AVEVAMO NOI” ….. ed ancoraPIENA DI SCOC….SE LA PALLA ERA SUA O NOI PENSAVAMO CHE ERA SUA, NON L’AVREMMO MANDATA”. Quindi se i finanzieri avessero pensato che quella palla cellofanata, venuta giù da dietro il cofano dell’autovettura del Timpanelli, in data 27 Luglio 2012, fosse stata del maestro Timpanelli, i predetti finanzieri non lo avrebbero mandato: LO AVREBBERO ARRESTATO? Cosa c’era dentro quella sfera irregolare il giorno del dissequestro della vettura al Timpanelli, tre mesi dopo il suo ingiusto arresto? Vi proponiamo uno sconvolgente video in esclusiva, nella speranza che voi lettori lo segnaliate in massa agli organi di Giustizia.  

Dietro questa torbida vicenda, il movente: € 250.000,00 che il promoter Acciaro Vincenzo, avrebbe dovuto restituire al maestro, mandato in carcere proprio per evitare che Timpanelli portasse all’incasso l’assegno il giorno successivo al suo arresto. Lo stesso promoter Acciaro Vincenzo, ha dichiarato che si è avvantaggiato dall’arresto del Timpanelli e che lui sapeva, così come Tribulato e l’ufficiale Salemi, che il Timpanelli sarebbe stato arrestato la notte del 27 Aprile 2012 ma, in merito all’arresto del Timpanelli, Acciaro non ricorda se ad anticiparglielo fu Tribulato o l’ufficiale di finanza. L’imputato, Tribulato Biagio di Lentini, amico del mafioso Giuseppe Coniglione del clan Cappello/Carrateddi e di alcuni soggetti del clan dei Nardo di Lentini, già processato, subirà la sentenza il prossimo 10 Ottobre. Il promoter Acciaro invece, come il finanziere Paolo Salemi, dovrà sostenere l’udienza preliminare ma, per Acciaro, fissata il 06 Dicembre prossimo. Il maestro Timpanelli ha chiesto alla Procura di verificare anche i movimenti bancari e l’enorme flusso di denaro contante che il promoter Accciaro Vincenzo avrebbe versato sul suo conto. In particolare, in poco più di un anno, il promoter Acciaro avrebbe versato contante per oltre 200.000,00 euro ed in particolare  € 42.850,00 in contante in data 21 Dicembre 2010 ed altri € 40.200,00 in contante tra il 24 ed il 25 Gennaio 2012. Anni fa il maestro Timpanelli Domenico, aveva segnalato alla Guardia di Finanza numerosissimi versamenti di contanti operati dal promoter Acciaro ma i finanzieri ad oggi non hanno MAI dato alcun riscontro alle raccomandate inoltrate da Timpanelli. Lo stesso amico del Tribulato, il mafioso Giuseppe Coniglione, fu pizzicato dalla DDA di Catania con 117.000,00 euro in contanti durante il suo arresto per associazione mafiosa e spaccio di stupefacenti, nel Maggio del 2012.  In tutta questa torbida vicenda, c’è poi l’immagine opaca del finanziere Paolo Salemi e delle sue “inchieste” fallimentari per demolire l’innocente Timpanelli. Lo stesso procuratore dr. Asaro ha dichiarato che il ritrovamento del pacco di droga, per incastrare Timpanelli, “desta perplessità” e definisce le indagini gestite dal capitano Paolo Salemi, un inquietante  “ quadro opaco in ordine all’operato di SALEMI nei momenti antecedenti e successivi all’arresto di Timpanelli, atteso che la droga, poi sequestrata, nel passaruota anteriore sinistro dell’auto di Timpanelli desta perplessità in ordine, tra l’altro, alle modalità di collocazione per la difficoltà di accedere al vano ove rinvenuta…. Agli inusuali e privi di giustificazioni, ripetuti contatti telefonici avvenuti tra Tribulato e Salemi nelle ore anche notturne, immediatamente antecedenti all’arresto di Timpanelli a seguito del rinvenimento della droga; alla circostanza del rinvenimento della sostanza stupefacente avvenuto dopo qualche tempo dall’inizio delle operazioni di perquisizione…. A ciò si aggiunga che è stata effettuata, da parte di SALEMI e dei militari della GdF una dettagliata, prolungata attività di perquisizione nei confronti di Timpanelli, soggetto fino a quel momento privo di procedimenti per spaccio di droga… Va inoltre evidenziato che SALEMI all’epoca ben conosceva, le operazioni finanziarie, vista l’attività svolta nella GdF di Gela, poste in essere da Acciaro…” 

GIUSTIZIA FERITA A GELA, MENZOGNE DI FINANZIERI E PROMOTER

Con la prossima udienza del 25 Luglio, il primo processo sull’ingiusto arresto, organizzato ai danni del maestro di Gela Domenico Timpanelli, giunge alle battute finali. L’arresto per droga, ai danni del Timpanelli, Venerdì 27 Aprile 2012, fu esclusivamente organizzato per impedire al maestro, di recarsi in Banca e portare all’incasso l’assegno a firma del promoter ex Allianz di Gela, Acciaro Vincenzo. Come noto, si trattava di un investimento-truffa, quindi di un assegno carta straccia di € 250.000,00 a firma di Acciaro Vincenzo, che se Timpanelli fosse riuscito a versare, in mancanza del suo arresto, avrebbe scoperto che i soldi sul conto dell’Acciaro erano spariti. Dove siano mai finite le 250.000,00 euro che Timpanelli, nel 2011 aveva investito dagli Acciaro, al momento, la Procura della Repubblica di Gela, non si sbilancia.

Il promoter di Gela firmatario dell’assegno carta-straccia

Quello che è chiaro invece è che Acciaro Vincenzo si è avvantaggiato dell’intervento di due poteri forti che hanno entrambi distrutto la vita al Timpanelli: la mafia e lo Stato. Alla fine del 2012, Acciaro sotto pressione dal Pubblico Ministero che si sentì allora preso in giro, dichiara che grazie a Tribulato Biagio, soggetto amico di mafiosi del clan Cappello/Carateddi e grazie all’intervento, organizzato dal Capitano della Finanza Paolo Salemi, ex comandante del nucleo operativo GdF di Gela, l’arresto di Timpanelli gli ha portato vantaggi e gli ha evitato problemi visto che, chiuso in carcere, Timpanelli, non poteva più versare l’assegno né reclamare le sue 250.000,00 euro. Recentemente, la Procura della Repubblica, ha chiesto il rinvio a giudizio anche per il promoter gelese Acciaro Vincenzo perché “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, dopo avere simulato a carico di Timpanelli Domenico tracce del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio, pur sapendolo innocente………..contribuiva a simulare a carico di Timpanelli le tracce del reato di cui all’art. 73 D.P.R. n° 309/90”. Il predetto crimine, secondo la Procura, sarebbe avvenuto in concorso con il Lentinese Biagio Tribulato, già processato in altro procedimento per il quale il 25 Luglio, il giudice, ritenendo centrale ed importantissime le dichiarazioni della parte offesa, ha disposto una udienza esclusiva per sentire solo il teste chiave Domenico Timpanelli. Ciò prima della discussione finale e prima di emettere sentenza che, per il momento, sarà solo a carico dell’esecutore Biagio Tribulato.  Si attendono pertanto altri risvolti per il presunto mandante ed eventuali fiancheggiatori. Secondo le false dichiarazioni del finanziere Paolo Salemi e del promoter Acciaro Vincenzo, Biagio Tribolato, sarebbe un collega di Acciaro, un promoter della Allianz di Lentini che proponeva assieme ad Acciaro investimenti in giro per la Sicilia. Ma Timpanelli che, durante il processo, non si è bevute tante false testimonianze, ha scoperto che Tribulato Biagio, non solo non è mai stato un promoter finanziario ma che lo stesso risulta titolare, come certificato dalla Camera di Commercio di Siracusa, della “Ionica Alimentare e Dolciaria” di Lentini. Tribulato Biagio, inoltre avrebbe lavorato anche all’interno del ristorante  “El Torero” posto sulla strada tra Catania e Siracusa, in territorio di Lentini, da sempre luogo d’incontro tra mafiosi dei clan Nardo e Cappello/Carateddi. In quel ristorante, il mese successivo all’ingiusto arresto del Timpanelli, la DDA di Catania ne arrestò il titolare Giuseppe Coniglione per associazione mafiosa e traffico internazionale di droga. Nel retro del ristorante i Carabinieri di Augusta trovarono e sequestrarono anche circa 120.000,00 euro in contanti, frutto di proventi illeciti. E proprio il mafioso Giuseppe Coniglione, organico al clan Cappello/Carateddi era stato contattato dal “socio” dell’Acciaro, l’imputato Biagio Tribulato. E la notte in cui Acciaro e Tribulato, erano a conoscenza che Timpanelli doveva essere arrestato, Tribulato, prima di recarsi a Gela per le sue consegne notturne,…. parte da Lentini e si reca a Catania in una zona di spaccio gestita proprio dal clan Cappello/Carateddi e lì incontra presumibilmente il mafioso Giuseppe Coniglione. Il pacco di droga, che a dire di alcuni finanzieri, sarebbe stato ritrovato dietro la ruota esterna della Peugeot del Timpanelli e per il quale è stato fatto sparire l’involucro contenente impronte digitali, secondo il Procuratore di Gela, dr. Asaro, “desta perplessità”  per diverse ragioni. Chi infatti confezionò i 5 panetti di droga, realizzando un unico pacco di mezzo kilo, non era a conoscenza probabilmente dello spazio esiguo che vi è tra parafango e ruota della sportiva Peugeot 308 CC di proprietà del Timpanelli e da dove sarebbe stato estratto, dal finanziere, il grosso pacco contenente  5 panetti dal peso di mezzo kilo di droga. Durante il processo contro Tribulato Biagio, anche le dichiarazioni di tutti i finanzieri sono state spesso ambigue e contrastanti tra loro come ambigua e scoordinata risulta l’operazione droga della GdF contro l’innocente Timpanelli, priva di indagini e verifiche e basata solo sulle dichiarazioni di Acciaro e Tribulato.

Tra i finanzieri presenti alla perquisizione, molti non hanno visto estrarre il pacco di droga da dietro la ruota esterna della Peugeot del Timpanelli, il capitano Paolo Salemi, indagato per simulazione di reato e calunnia nel procedimento n° 260/17, sostiene che con molta fatica fu il maresciallo ad estrarre il pacco. Il maresciallo dice che non fu lui a trovarlo ma con estrema rapidità ad estrarlo fu l’appuntato, un altro maresciallo non sa se a trovarlo fu l’appuntato o il cinofilo, gli altri finanzieri invece non hanno visto nulla e lo hanno visto solo in mano ad uno di loro.  Il capitano Salemi dichiara poi che Timpanelli era lì e ben presente mentre altri marescialli, oltre a dichiarare che il cane non aveva mai abbaiato, sostengono che Timpanelli era distante e di spalle. “In questo BORDELLO di dichiarazioni false o di mezze verità, credo che sia doveroso per la Procura, processare, oltre a Tribulato Biagio ed al promoter Acciaro Vincenzo, anche l’ufficiale di finanza” sostiene Timpanelli.  “Le dichiarazioni dell’ufficiale Paolo Salemi sono contrastanti non solo con quelle di alcuni suoi colleghi ma con ciò che io ho sempre sostenuto e contrastanti anche con una relazione che è stata consegnata dal colonnello della Finanza Aurnia di Siracusa”. Presto svelerò i tre tentativi di arresto che vennero organizzati a mio danno nell’Aprile del 2012 e poi ancora uno ulteriore il 27 Luglio successivo. Tentarono di arrestarmi 4 volte prima del versamento dell’assegno…. in quel periodo ero solo e disperato e nessun Magistrato mi avrebbe mai creduto o ascoltato! In realtà io dovevo essere arrestato, quindi fermato dal versare l’assegno, già Venerdì 13 Aprile 2012 mentre mi recavo a Scuola presso la Presidenza ed allora, l’arresto era stato organizzato non per droga ma per usura. Questo, inizialmente avevano organizzato, durante la settimana di Pasqua 2012, tra pasticcini e caffè, seduti al bar dell’orologio di Avola, città dove vive il finanziere, quei tre soggetti che meritano loro l’arresto ed una giusta detenzione”. Inoltre, il 27 Luglio prossimo, alle ore 17,00 presso lo studio dell’avvocato Mario Cosenza, sito in Via Bresmes 5, avverrà il 2° esperimento per la vendita dei beni sequestrati ad Acciaro.  « Un’altra presa in giro alla giustizia…. sostiene Timpanelli, atteso che un magazzino di 170 mt quadri, posto in una zona periferica di Gela, é stato valutato circa 800 mila euro. Per tale motivo, come l’asta precedente, anche questa andrà deserta ed Acciaro potrà continuare a ridere di me e dei Magistrati di Gela. 

 

SIGNOR GIUDICE DOV’E’ LA GIUSTIZIA? IL MAESTRO DI GELA INTERROMPE LA CONFERENZA

Colpo di scena alla manifestazione in onore a Falcone e Borsellino indetta dalla Preside Prof.ssa Agata Gueli presso l’Istituto Comprensivo Gela- Butera sulle giornate della legalità per la ricorrenza della strage di Capaci.

Questa mattina la conferenza poneva l’attenzione sul tema dell’immigrazione e dell’accoglienza. In un salone gremito di alunni, pubblico ed immigrati, sono intervenuti il Magistrato Lirio Conti, G.I.P. presso il Tribunale di Gela, il parroco Fausciana, il vice sindaco di Gela, Simone Siciliano, il professore Maurizio Caserta, ordinario di Economia e Politica presso l’Università di Catania. Tutti hanno parlato ai ragazzi della necessità dell’accoglienza e della diversità come un bene comune. Il Magistrato ha sottolineato poi l’importanza del diritto di praticare il proprio culto, il diritto di esprimere il proprio pensiero, il diritto di libertà “perché in Africa, si è spesso arrestati senza motivo” avrebbe detto. Parole che hanno fatto sobbalzare dalla prima fila il maestro Domenico Timpanelli, titolare in quella Scuola ed ingiustamente arrestato per droga il 27 Aprile 2012. “Ho stretto forte la corona di Cristo in croce che mi sono portato via dalla cella n° 8 del carcere Balate di Gela, ormai 5 anni fa” sostiene Timpanelli. “Mi sono fatto coraggio ed ho insistito affinché la Preside mi facesse parlare; c’era molto stupore e qualche sorrisetto. Poi però le parole del maestro avranno gelato i cuori di tanti suoi ex alunni, di un pubblico di colpo silenzioso ed attento. E con il microfono in mano esordisce: Sono felice che ai ragazzi si parli di accoglienza: io l’ho fatto benché sia stato criticato per avere offerto la mia seconda casa a Mohamed. A casa mia ci sono sia la Bibbia che il Corano e Mohamed è un bravo ragazzo che ha un permesso di soggiorno, lavora e si è integrato. Ma oggi é anche la giornata della memoria

A Palermo ho avuto alunno Domenico Scarantino, quando insegnavo nel quartiere Guadagna nonché altri figli di mafiosi che mi hanno anche minacciato, quando ero maestro a Brancaccio, negli anni in cui venne ucciso Padre Puglisi. Signor Giudice, oltre che in Africa, si è arrestati ingiustamente anche qui!  Questo pacco di mezzo kilo di legno è simbolo del mio martirio.. ed innalzandolo al cielo, visibile alla platea, Timpanelli continua. “GUARDATELO TUTTI! Mezzo kilo di droga sarebbe stato estratto

da dietro la ruota esterna della mia autovettura parcheggiata ora a 4 metri da qui, da uno spazio piccolo così, di neppure 5 centimetri ed io portato a morire in carcere da innocente… In questo giorno della legalità, signor Giudice, le faccio un regalo! Questa è una perizia redatta da un ingegnere di Caltanissetta che collabora con la Procura del capoluogo e che sostiene che un solo pacco di mezzo kilo di droga non poteva passare dallo spazio tra parafango e ruota… MI AVETE RESO INNOCENTE, MA DOV’E’ LA GIUSTIZIA SIGNOR GIUDICE ?… DOPO 5 ANNI DOV’E’ LA GIUSTIZIA”?… La platea applaude; Timpanelli avvicinatosi al tavolo della conferenza, poggia innanzi al magistrato quella sconvolgente perizia. Fuori microfono, c’è uno scambio di battute tra magistrato ed insegnante: “non posso prendermi quella perizia”…avrebbe detto il magistrato ed il maestro lasciandola sul tavolo: “E’ qui, lei è libero di non prenderla, io virtualmente le ho fatto un regalo di legalità perché queste carte gridano giustizia” ha controbattuto il maestro. La manifestazione continua e più tardi il maestro alla sua dirigente dirà: “Preside le chiedo perdono ma questa è la mia Scuola, il mio ambiente, i miei alunni. Mi è stato fatto un danno enorme ed un danno è stato fatto anche ai miei bambini, alle loro famiglie. Dovevo intervenire”! La preside, famosa per intelligenza e sensibilità, ha consigliato di notificare la perizia in Procura per tramite del legale. Timpanelli ha tenuto infine a sottolineare che fu proprio l’arguzia del G.I.P. Lirio Conti nonché la furbizia del P.M. Silvia Benetti e le loro indagini approfondite, a riconoscerlo innocente. A suo danno erano state create le tracce del reato di droga. Lo stesso G.I.P. Lirio Conti dichiarò che Timpanelli era stato vittima di un “complotto ordito ai suoi danni, anche da chi aveva interesse a far sì che Timpanelli non portasse all’incasso l’assegno di € 250.000,00quota capitale di un investimento/truffa che l’ex promoter Allianz di Gela, appropriatosi dei soldi del Timpanelli non ha mai voluto restituire. Dal giorno in cui Timpanelli cominciò a chiedere la restituzione dei suoi soldi, più soggetti hanno tentato con 11 denunce tutte archiviate, con vessazioni, persecuzioni, pedinamenti e simulazioni di reato di farlo fuori fino a riuscire a farlo rinchiudere in carcere da innocente.

l’assegno carta straccia che il promoter gelese consegnò a Timpanelli Domenico

GELA, DICHIARAZIONI SCIOCCANTI DEL PROCURATORE ASARO E DEL PRESIDENTE FIORE

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Nel Giugno del 2012, in merito all’ingiusto arresto del maestro Domenico Timpanelli, i magistrati Silvia Benetti e Lirio Conti, scrivevano di “Complotto ordito ai danni del Timpanelli”. Oggi, a riscrivere parte di quella vicenda vergognosa, sono il Presidente del Tribunale di Gela Dr. Fiore ed il Procuratore della Repubblica Dr. Asaro. I predetti, infatti, hanno archiviato l’ennesima denuncia che Acciaro aveva presentato contro Timpanelli per stalking e diffamazione a mezzo facebook, rafforzando lo status d’innocente del maestro Timpanelli. I due magistrati, scrivono che Timpanelli Domenico è stato ingiustamente coinvolto in gravi vicende giudiziarie “anche a causa di simulazioni commesse ai suoi danni da Acciaro Vincenzo e Tribulato Biagio”…. ed ancora, Tribulato Biagio “dopo avere simulato a carico di Domenico Timpanelli tracce del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini dello spaccio, pur sapendolo innocente, informava gli ufficiali della Compagnia G.di F. di Gela, su presunti traffici di droga, posti in essere dal Timpanelli”. Gli stessi magistrati scrivono che “va inoltre evidenziato che appare plausibile, nella ricostruzione effettuata da Timpanelli, ricollegare il suo arresto, avvenuto il 27 Aprile 2012, al mancato versamento dell’assegno con firma di traenza di Acciaro Vincenzo di € 250.000,00 che Timpanelli avrebbe dovuto incassare” l’indomani dell’ingiusto arresto. Sempre all’interno dello stesso decreto di archiviazione, il GIP dr. Fiore dichiara che “A tal proposito, si osserva che Timpanelli è stato vittima di un complotto ordito ai suoi danni da Acciaro e Tribulato atteso che dalle indagini espletate è emerso con chiarezza l’interesse dei soggetti cui il Timpanelli ha fatto riferimento nei suoi interrogatori a fare in modo che lo stesso non potesse incassare la somma indicata nell’assegno”. “Sono molto felice che pezzo dopo pezzo la verità cominci a vedere la luce…. Nel 2012 hanno tentato di arrestarmi ingiustamente almeno 4 volte simulando a mio danno reati perfino il giorno del dissequestro e della restituzione della mia vettura Peugeot, il 27 Luglio 2012. Tre di queste simulazioni non andarono a buon fine, quella del 27 Aprile invece sì. 

La droga riconfezionata dai finanzieri in caserma. Non esiste traccia del corpo di reato originale né del suo involucro, quest’ultimo fatto sparire e mai giunto in Procura

Processare solo Tribulato Biagio, presunto esecutore, di una di queste simulazioni fu un errore perché ci sono altri complici che mi auguro presto saranno rinviati a giudizio. In qualità di parte offesa, sono a conoscenza che ad Acciaro hanno notificato un avviso di conclusione delle indagini e questo potrebbe essere propedeutico ad un suo rinvio a giudizio. Il suo amico Tribulato invece è già sotto processo”. La situazione sembra più intricata per il terzo soggetto, il capitano della GdF Paolo Salemi di Avola. Sempre in merito all’arresto del Timpanelli, il predetto militare è indagato per diffamazione a mezzo comunicato stampa, per calunnia e simulazione di reato. Il procuratore Asaro ne chiede però l’archiviazione per mancanza di prove sufficienti. Ma poi, lo stesso Procuratore scrive testualmente di “un quadro opaco in ordine all’operato di SALEMI nei momenti antecedenti e successivi all’arresto di Timpanelli, atteso che la droga, poi sequestrata, nel passaruota anteriore sinistro dell’auto di Timpanelli desta perplessità in ordine, tra l’altro, alle modalità di collocazione per la difficoltà di accedere al vano ove rinvenuta…. Agli inusuali e privi di giustificazioni, ripetuti contatti telefonici avvenuti tra Tribulato e Salemi nelle ore anche notturne, immediatamente antecedenti all’arresto di Timpanelli a seguito del rinvenimento della droga; alla circostanza del rinvenimento della sostanza stupefacente avvenuto dopo qualche tempo dall’inizio delle operazioni di perquisizione…. A ciò si aggiunga che è stata effettuata, da parte di SALEMI e dei militari della GdF una dettagliata, prolungata attività di perquisizione nei confronti di Timpanelli, soggetto fino a quel momento privo di procedimenti per spaccio di droga… Va inoltre evidenziato che SALEMI all’epoca ben conosceva, le operazioni finanziarie, vista l’attività svolta nella GdF di Gela, poste in essere da Acciaro…” Timpanelli ha quindi presentato una opposizione all’archiviazione del finanziere di circa 200 pagine. Il Capitano Paolo Salemi, dovrà pertanto presentarsi con il suo avvocato, per l’udienza in Camera di Consiglio, a Gela, il 27 Settembre prossimo e lì i GIP, sentite le parti, potrebbe archiviare, chiedere un supplemento d’indagini o disporre il rinvio a giudizio anche del capitano Paolo Salemi.

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Il Comandante della GdF di Gela, Massimo Devito, il 16 Maggio 2016, su mandato delle superiori gerarchie della GdF, chiedeva notizie in merito al procedimento che vede il finanziere Paolo SALEMI indagato. Timpanelli, aveva più volte scritto al Ministero dell’Interno, agli ispettori del Ministero della Giustizia, al Generale della GdF, alla procura Generale di Caltanissetta, al Direttore Generale della DIA a Roma. Quest’ultimo aveva inoltrato l’esposto di Timpanelli al centro operativo della DIA di Caltanisetta. Sono infatti provati i rapporti tra Tribulato Biagio di Lentini e soggetti vicini alla mafia ed in particolare ai clan dei Nardo e dei Cappello/Carateddi operanti anche nel territorio di Lentini dove vive lo stesso Tribulato, amico di Acciaro e falso confidente del finanziere Salemi. I tre, come noto, erano seduti insieme al bar dell’orologio di Avola, 20 giorni prima l’ingiusto arresto di Timpanelli, il pomeriggio di Sabato di Pasqua 7 Aprile 2012.

 

CONDANNATO IL PROMOTER GELESE ACCIARO VINCENZO. 400.000,00 EURO INCLUSI INTERESSI E SPESE

ULTIM’ORA:  Altro che risarcimento danni ad Acciaro Vincenzo, per essere stato, a suo dire, diffamato da Domenico Timpanelli, su facebook ed a mezzo stampa. Il Giudice Civile, dott.ssa Flavia Strazzanti, ha rigettato tutte le richieste avanzate nella causa sostenuta dal promoter finanziario gelese. Al contrario, lo ha condannato a restituire, al maestro Domenico Timpanelli, la somma di € 242.500,00 oltre gli interessi legali dal 30 Aprile 2012 ad oggi.

I FATTI: Lunedì 30 Aprile 2012 Timpanelli doveva recarsi in Banca a versare l’assegno emesso dal promoter gelese Allianz-Lloyd Adriatico di Piazza Messico. Tale somma, quota capitale di un investimento, Timpanelli l’aveva consegnata ad Acciaro nel 2011, con 5 assegni circolari da 50.000,00 euro ciascuno. Ma il 30 Aprile 2012, Domenico Timpanelli non si recherà mai in banca a versare quell’assegno. Il 27 Aprile, infatti, viene arrestato per droga durante una penosa operazione fallimentare gestita dal capitano della Guardia di Finanza Paolo Salemi, dai Marescialli Iacono Salvatore e Rappoccio Antonino . In sostanza, secondo la Procura di Gela, furono create, a danno del Timpanelli, le tracce del grave reato di droga in modo che  Timpanelli non potesse più recarsi in Banca a versare l’assegno in suo possesso.  Per tale ingiusto arresto, risultano indagati, per calunnia e simulazione di reato, lo stesso promoter gelese Acciaro Vincenzo, il capitano della Guardia di Finanza Paolo Salemi di Avola e Tribulato Biagio di Lentini. Quest’ultimo che si accompagnava spesso ad Acciaro Vincenzo, sarebbe, secondo il finanziere Paolo Salemi, un promoter della Allianz-Lloyd Adriatico di Lentini, quindi collega di Acciaro. Ma Timpanelli, che non si é bevute le dichiarazioni del finanziere, ha scoperto che Biagio Tribulato, in realtà era titolare della Ionica Alimentare e Dolciaria di Carlentini, poi fallita. Quindi successivamente collaboratore presso il ristorante « El Torero » posto sulla strada statale 114 tra Catania e Siracusa, luogo, da sempre, d’incontro tra mafiosi del clan dei Nardo e dei Cappello/Carateddi. E proprio lì, una settimana dopo l’ingiusto arresto di Domenico Timpanelli, la DDA di Catania, nell’operazione denominata « Bermuda », arrestava il suo titolare Giuseppe Coniglione (in foto), per associazione mafiosa e traffico internazionale di droga. In una pertinenza del ristorante, i Carabinieri di Augusta, trovarono anche 117.000,00 euro in contanti, frutto secondo la DDA di Catania di riciclaggio, attività illecite e finanziarie gestite dai clan. Prima che il finanziere Paolo Salemi, fosse trasferito da Gela, l’allora Pubblico Ministero Silvia Benetti, chiese spiegazioni sull’arresto del Timpanelli. Costui rispondeva che il Biagio Tribulato, sarebbe un suo confidente. In realtà, un falso confidente che da una parte frequentava mafiosi e dall’altra si accompagnava al promoter gelese Acciaro Vincenzo. Il finanziere, il promoter ed il falso confidente, 20 giorni prima l’arresto di Timpanelli, si erano riuniti ad Avola, presso il bar dell’Orologio, proprio per organizzare, tra pasticcini e caffé, iniziative processuali contro Timpanelli. Inoltre, durante tutta la notte dell’arresto del Timpanelli, il finanziere avrebbe avuto contatti telefonici proprio con Tribulato Biagio ed a sua volta Triblato Biagio altri 30 rapporti telefonici e due SMS con il promoter Acciaro Vincenzo. Gli amici di merenda del bar erano quindi in continuo contatto tra loro. La vicenda penale pertanto non é affatto conclusa, benche siano trascorsi 5 anni dall’arresto dell’innocente Domenico Timpanelli . Da un punto di vista civile invece il magistrato Flavia Strazzanti, nella sentenza n° 276/17 pubblicata il 04 Aprile 2017 così conclude:  » Il Giudice Unico, definitivamente pronunciando, nella causa iscritta al n. 937/2013 R.G.A.C., ogni altra domanda o eccezione respinta, respinge l’opposizione proposta da Vincenzo Acciaro; dichiara inammissibile la domanda riconvenzionale proposta da Vincenzo Acciaro; revoca il decreto ingiuntivo opposto; in accoglimento della domanda dell’opposto, condanna Vincenzo Acciaro al pagamento di €. 242.500,00 a favore di Domenico Timpanelli oltre interessi al saggio legale dalla proposizione del ricorso monitorio al saldo; condanna Vincenzo Acciaro al pagamento delle spese di lite in favore di Domenico Timpanelli che si liquidano in €. 5.635,00 di cui €. 1.215,00 per la fase studio, €. 775,00 per la fase introduttiva, €. 1.620,00 per la fase istruttoria, €. 2.025,00 per la fase decisionale, oltre spese generali IVA e CPA come per legge. » Le proprietà del promoter Acciaro Vincenzo subiranno presto, la seconda asta giudiziaria, dopo che la prima del 2015 andò deserta ed il valore dei beni ridotto.

SCOPERTA A GELA EVASIONE MILIONARIA, « BRILLANTE » OPERAZIONE DELLE FIAMME GIALLE

Secondo i finanzieri che hanno gestito questa ulteriore inchiesta fallimentare, a carico dell’insegnante gelese e promoter turistico Domenico Timpanelli, ci sarebbe una maxi evasione € 1.275.338,54 per gli anni d’imposta 2009, 2010 e 2011. Invece, per il P.M. Monia Di Marco che ha chiesto l’archiviazione, accolta dal GIP, la ricostruzione del maggior reddito, è stata operata dalla Guardia di Finanza “su criteri presuntivi…..che non possono utilizzarsi come prove dei fatti in ambito penalistico e che, pertanto, anche con riferimento all’annualità 2010, gli elementi acquisiti non sono sufficienti a fondare un giudizio di responsabilità a carico del Timpanelli”. Ne deriva che,   l’errore di calcolo commesso dai finanzieriammonta, al momento, secondo i conteggi dell’Agenzia delle Entrate, ad € 1.108.844,89

Foto dell’asino in volante

“Sono abituati a sbagliare anche in matematica… e sbagliano ormai da almeno 10 anni, dopo tante inconcludenti inchieste che mi hanno visto sempre, a torto, indagato ed accusato di reati farlocchi tra i più vari, sempre poi archiviati e con non luogo a procedere” sostiene Timpanelli. Possibile sbagliarsi di una cifra così alta? Timpanelli, giura di non avere mai visto queste somme, promette battaglia e non esclude la possibilità di presentare una nuova querela per atti persecutori e stalking giudiziario. Secondo lo stesso, potrebbe infatti esserci nell’accanimento, un tentativo di farlo ingiustamente processare e che, se riuscito, doveva “restituire la faccia” a quel finanziere che ha condotto varie inutili inchieste contro Timpanelli concluse tutte e sempre con archiviazioni, assoluzioni, figuracce del finanziere e non luogo a procedere. Dal 2008 ad oggi, sono 11 le inchieste che alcuni finanzieri di Gela hanno promosso a carico del Timpanelli: 11 le archiviazioni ed il non doversi procedere. Tra tutte, la più clamorosa, quella in cui  il maestro Domenico Timpanelli, venne ingiustamente arrestato per droga durante una perquisizione ancora piena d’ombre ed ambiguità.  Poi riconosciuto innocente e vittima di complotto dagli stessi magistrati che prima ne avevano firmato l’arresto.

Pacco contenente mezzo kilo di legno che non passa tra parafango e ruota

Ed è qui che vengono fuori gravissimi errori dei finanzieri, stranezze, dubbi, incongruenze, zone d’ombra, telefonate tra il capitano Paolo Salemi ed il suo falso confidente amico dei mafiosi del clan Cappello o la merenda al bar tra lo stesso capitano Paolo Salemi ed il falso confidente, oggi accusato di avere portato la droga da Catania a Gela per incastrare Domenico Timpanelli. E più il capitano Paolo Salemi, raccoglieva confidenze, denunce e promuoveva inchieste contro Timpanelli, più raccoglieva fallimenti ed archiviazioni. Così da accusatore, il capitano diventa indagato assieme al suo falso confidente Biagio Tribulato di Lentini ed all’ex promoter Allianz di Gela Acciaro Vincenzo, compagni di merenda al bar dell’orologio di Avola dove il predetto finanziere vive: tutti iscritti nel registro degli indagati per calunnia e simulazione di reato. Ed il fallito tentativo di fare processare Timpanelli per evasione fiscale, si sviluppa a seguito di alcune dichiarazioni rese dallo stesso capitano Paolo Salemi, sentito a processo per calunnia contro Biagio Tribulato di Lentini, processo in cui Timpanelli è parte offesa. Il 23 Aprile 2015, il capitano Salemi, è sentito dai magistrati per spiegare i contenuti della sua inchiesta fallimentare che portò in carcere l’innocente gelese accusato falsamente di detenzione e spaccio di droga. Durante l’udienza, il finanziere, oltre ad abbandonarsi ad alcuni momenti di evidente nervosismo, continua ad accusare il maestro Domenico Timpanelli, definendolo “pericoloso” benché i magistrati lo ritengano innocente e vittima. E’ evasivo però il finanziere quando vengono poste domande ben precise sul momento del ritrovamento di un grosso pacco di mezzo kilo di hascisc che sarebbe stato estratto da dietro la ruota esterna alla vettura del Timpanelli. Evasivo anche quando il PM gli chiede se Timpanelli avesse visto estrarre il predetto pacco contenente la droga, evasivo sul dove Timpanelli si trovasse in quel momento, evasivo anche sull’arco temporale, ovvero sul momento preciso del ritrovamento: se prima, durante o a perquisizione finita.

Foto dal film « Complotto ». La vettura del Timpanelli e la ruota da dove sarebbe stato estratto, al grido di Bingo, un solo pacco contenente mezzo kilo di hascisc

Ed è proprio in quell’udienza che, il finanziere, anziché rispondere alle domande, ad un certo punto, esce fuori dal tema del processo droga e dichiara: “Abbiamo fatto pure degli accertamenti reddituali nei confronti del signor Timpanelli Domenico…..Dalle precedenti dichiarazioni dei redditi risultavano poche migliaia di euro dichiarate dal signor Timpanelli,…..onde per cui il sospetto nasce spontaneo, come riceve questi soldi”?  Fa centro il PM quando dichiara che l’inchiesta di evasione fiscale, promossa dalla GdF si è basata “su criteri presuntivi…..che non possono utilizzarsi come prove dei fatti in ambito penalistico…” Solo ipotesi quindi, illazioni, supposizioni, esempi fuorvianti, ma di prove nulla. E lo stesso avviene quanto il predetto finanziere tenta maldestramente di porre dubbi sulla innocenza del Timpanelli, dichiarando nella stessa udienza: “Vorrei dire un’altra cosa, che con le stesse modalità d’intervento , una settimana dopo abbiamo sequestrato ed arrestato un altro soggetto con 6 kili di hascisc, con le stesse identiche modalità e poi ovviamente ha riconosciuto la responsabilità del reato commesso ed è stato patteggiato pure”. E così un processo in cui Timpanelli è solo vittima e parte offesa, il finanziere Salemi lo trasforma in tutta una serie di farneticanti accuse. MA PER NASCONDERE COSA? “Non vedo l’ora di essere interrogato” sostene Timpanelli. “Benché credo che anche i magistrati abbiano capito cosa ci sia dietro questa vicenda, farò di tutto affinché si vada in profondità. Sono pericoloso perché se riesco a fare scoprire tutta la verità, qualcuno potrebbe pagare caro il conto con la Giustizia… Ho chiesto di essere interrogato anche per diverse ore perché io non ho paura della verità anzi al contrario prego Dio che aiuti me e lo Stato, che siamo parti offese a Processo, a scoprire tutta la verità. Se dovessi fare esempi, come fa il finanziere Salemi, il primo che mi viene in mente è quello di ricordare al predetto che con stesse o simili modalità, l’ispettore Antonino Massimo Galvagna, in servizio presso la Questura di Catania, assieme ad esponenti proprio del clan Cappello/Carrateddi, fu arrestato per estorsione aggravata in concorso con l’utilizzo del metodo mafioso. Tra le minacce ipotizzate dalla DDA di Catania vi era anche quella di fare arrestare ingiustamente le vittime, dopo aver fatto ritrovare della droga”.

« O MI DAI QUANTO TI CHIEDO O TI FACCIO ARRESTARE E TI FACCIO TROVARE CON LA DROGA ADDOSSO »  (http://www.sudpress.it/il-poliziotto-arrestato-era-stato-anche-encomiato/) 

Il processo contro il falso confidente Biagio Tribolato di Lentini è fissato a Gela il 27 Maggio ed in quell’udienza, verrà sentita proprio la parte offesa Timpanelli Domenico che promette di consegnare al Giudice un documento che potrebbe mettere in discussione sia le modalità della perquisizione che lo stesso ritrovamento del pacco di droga. Sentiti dai magistrati, alcuni finanzieri hanno dichiarato, tra l’altro, che il cane antidroga non aveva mai abbaiato e che durante il ritrovamento del pacco di droga, Timpanelli era di spalle e distante dalla sua autovettura. Quindi, aggiunge Timpanelli, « questo dimostra quello che ho sempre dichiarato e cioé che il ritrovamento é avvenuto quando la perquisizione era già conclusa. Nulla fu mai trovato durante la perquisizione,  né durante la prima parte, avvenuta in strada, né, durante la perquisizione successiva avvenuta dentro uno spiazzale, dopo che il Salemi Paolo mi chiese di spostare la mia autovettura dalla strada ad un vicino parcheggio più ritirato ».

 

 

 

 

 

INTERCETTAZIONI A GELA: « U FATTU DA MACHINA S’AVIA A FARI ». « NO, NO, NO, NON LO FARE QUEL DISCORSO »…

09Il 20 Giugno 2012,  si trovano in Procura a Gela, l’ex promoter della Lloyd Adriatico di Piazza Messico, ACCIARO VINCENZO ed il suo collaboratore in affari, il lentinese TRIBULATO BIAGIO. I due stanno rendendo dichiarazioni, poi rivelatesi false, contro l’insegnante gelese Domenico Timpanelli, ingiustamente accusato di droga ed usura ed oggi riconosciuto totalmente innocente. Tribulato Biagio ed Acciaro Vincenzo non sono pienamente consapevoli che nella sala d’attesa ci sono le microspie. Quattro ore di intercettazioni, poi copiate su un CD, finito, due anni più tardi, nelle mani del maestro Timpanelli.  « Materiale interessante » disse subito l’insegnante, che si recò, il 18 Giugno 2014, da un ex maresciallo dei carabinieri, oggi consulente fonografico presso il Tribunale di Agrigento.  Intercettazioni contenute in un fascicolo di 90 pagine che Timpanelli ha fatto recapitare sia alla Procura di Gela, che a quella Generale di Caltanissetta.  Tra varie conversazioni e sussurri, c’é un passaggio in cui Tribulato Biagio si rivolge ad Acciaro Vincenzo: « Perché oggi siamo qui al Tribunale…Eh penzu ca se c’erano i sordi e un si studiava a strategia…. Qua si deve fare per forza u fattu da machina… Qua si deve fare per forza quella strategia per deviare… »  Ed Acciaro interrompendo Tribulato: « No, no, no…non lo fare quel discorso…. »  Poco dopo, lo stesso Tribulato, rivolgendosi al promoter Acciaro: « Queste strade possono essere sbagliate, possono essere giuste, booh, chi lo sa »?  Come noto, Lunedì 30 Aprile 2012, Domenico Timpanelli, doveva recarsi in Banca a versare un assegno a firma del promoter Acciaro, soldi che Timpanelli aveva investito e che Acciaro aveva fatto sparire. la Procura della Repubblica di Gela, ha accertato che se Timpanelli fosse andato in Banca, la mattina del 30 Aprile, avrebbe versato un assegno vuoto, considerato che, nel conto del promoter, non c’erano soldi ed anzi il conto era in rosso. L’assegno, a garanzia del capitale versato da Timpanelli ed  emesso dal promoter gelese ACCIARO VINCENZO era carta straccia.

Assegno consegnato al maestro Timpanelli quale garanzia delle 250 mila euro da lui versate al promoter. Tale assegno é risultato carta straccia
L’ASSEGNO-CARTA STRACCIA, EMESSO DAL PROMOTER GELESE ACCIARO VINCENZO E CONSEGNATO  AL MAESTRO DOMENICO TIMPANELLI.

« Controlli fatti dalla Procura, hanno accertato che i soldi che io avevo investito dagli Acciaro erano soldi puliti, frutto di tanto mio lavoro e sacrifici » dichiara Timpanelli. « Non so però se la Procura di Gela abbia mai verificato come Acciaro abbia speso i miei soldi, assieme a chi, o se abbia regalato una parte di denaro a qualcuno. Una cosa però é certa che quelli erano i miei risparmi, che mi sono stati sottratti con l’inganno di un investimento che fu invece una truffa ». Il 27 Aprile 2012, Domenico Timpanelli, venne arrestato in una operazione ambigua, gestita dal capitano Paolo Salemi di Avola, allora comandante del nucleo operativo della Guardia di Finanza di Gela. Dopo una perquisizione già conclusa, dalla ruota anteriore sinistra della vettura del Timpanelli, sarebbe uscito fuori un solo pacco contenente mezzo kilo di hascisc e 5 grammi di cocaina. Timpanelli ed il suo avvocato Rocco Fasciana, che nel frattempo si erano allontanati e che davano le spalle ai finanzieri,  non videro nulla, semmai sentirono gridare « Bingo »! I tre pacchi esposti sul tavolo della caserma con i sigilli della Guardia di Finanza, (foto principale di questo articolo), sono la prova del fallimento di tutta l’operazione. « Quanto rappresentato sulla foto di copertina, non é il corpo del reato che sarebbe stato estratto da dietro la ruota » sostiene Timpanelli.  « Quello che sarebbe stato ritrovato, era un solo grosso pacco, imballato con la stessa tipologia di nastro e stesso colore che avvolge i tre pacchetti in foto e che furono « rifatti » in caserma dai finanzieri, dopo il mio ingiusto arresto ».  Dopo quella perquisizione molto ambigua, l’involucro che avvolgeva il corpo di reato originale sparì ed assieme al predetto,  sparirono anche le impronte digitali benché il Timpanelli e sua madre, chiedevano disperatamente di farle verificare. Né mai Timpanelli o il suo avvocato vennero chiamati, durante il ritrovamento e l’estrazione del pacco di droga da dietro la ruota. Tutto avvenne in pochi secondi, dietro le spalle di Timpanelli e del suo avvocato, a pochi metri di distanza.11 Il promoter Acciaro, che doveva restituire 250.000 euro al maestro Timpanelli, Tribulato Biagio, soggetto amico di alcuni mafiosi del clan Cappello di Catania e del clan dei Nardo del siracusano, il capitano della finanza Paolo Salemi, sono le tre persone chiave di tutta la vicenda. I tre sono quelli che si seggono insieme al bar dell’orologio di Avola, 20 giorni prima dell’arresto del Timpanelli e, tra pasticcini e caffé, discutono su come fare fuori il maestro. I tre, sono quelli che si telefonano per tutto il giorno, il 26 Aprile 2012 nonché durante tutta la notte del 27 Aprile, anche quando il capitano Paolo Salemi, é impegnato ad arrestare Timpanelli: decine di telefonate tra Tribulato ed Acciaro e tra Tribulato ed il capitano Salemi Paolo. Oggi, i tre risultano essere indagati per simulazione di reato e Tribulato già processato in contumacia per calunnia, in quanto lui sarebbe il FALSO  « confidente »  del capitano Paolo Salemi. Il capitano Paolo Salemi ha dichiarato che Biagio Tribulato é un confidente nonché un promoter della Allianz di Lentini. Ma da indagini personali fatte dal maestro, Tribulato non solo non sarebbe un confidente ma non avrebbe neppure mai lavorato come promoter della Allianz.968342315 Tribulato, per un certo periodo, avrebbe gestito una ditta dolciaria, avrebbe lavorato presso il ristorante  » IL TORERO », lungo la strada Catania/Siracusa, luogo d’incontri tra mafiosi ed il cui titolare é quel Giuseppe Coniglione (in foto a sinistra), organico al clan Cappello/Carrateddi, arrestato, nel Maggio del 2012, nell’operazione della DIA denominata « Bermuda ». In una pertinenza del ristorante, i carabinieri della compagnia di Augusta, trovarono 117.000,00 euro in contanti.
Tra le dichiarazioni più inquietanti, spicca proprio quella del promoter Vincenzo Acciaro, il quale sostiene che il capitano Paolo Salemi, gli aveva detto che Timpanelli era legato a fatti di droga con Catania. Acciaro dichiara addirittura che lui era a conoscenza che quella notte Timpanelli doveva essere arrestato. Ormai da anni, Timpanelli chiede ai magistrati della Procura di Gela, un esperimento giudiziale al fine di potere vedere come quella droga sarebbe stata introdotta ed estratta da dietro la ruota esterna della sua vettura sportiva e con le ruote maggiorate. Dopo l’ingiusto carcere che bloccò Timpanelli dal versare l’assegno a firma di Acciaro Vincenzo, nel Maggio 2013, il maestro Timpanelli Domenico é stato definitivamente prosciolto da tutte le accuse mosse dal promoter Vincenzo Acciaro, dal falso confidente Biagio Tribulato e dal finanziere Paolo Salemi.  Purtoppo, ancora oggi, la Procura di Gela non lo ha sentito come parte offesa, né risultano essere processati alcuni possibili correi vicini al falso confidente Tribulato Biagio. Eppure il giudice Lirio Conti scrisse di « complotto ordito ai danni del Timpanelli ANCHE  da chi aveva interesse a far sì che il Timpanelli non portasse all’incasso la somma indicata nell’assegno »…. L’interesse affinché il Timpanelli non portasse all’incasso quell’assegno vuoto non era certo di Tribulato Biagio, già processato per calunnia o comunque se tale interesse fosse stato anche del Tribulato, probabilmente il predetto lo condivideva con altri correi. A quasi 5 anni dall’ingiusto arresto del maestro Domenico Timpanelli, la verità é ancora lontana.



 

GELA, SOLDI DALL’ESTERO ALLA SCUOLA UMILIATA. LA PRESIDE: « DAREMO SPERANZA A CANTINA SOCIALE »

Un primo bonifico di € 5.000,00 già inviato a Scuola da un giovane amministratore arabo, non è che l’acconto di un progetto ambizioso che in due anni potrebbe portare la Scuola Elementare “Cantina Sociale” di Gela ad essere una tra le più moderne d’Italia.zi6_0883

A prometterlo, sono un gruppo di società con sedi a Doha, Tunisi e Montréal che, con il supporto dell’ Università di Francoforte, invieranno, sul conto della Scuola Gelese, fondi da spendere per il benessere dei propri alunni. In particolare, gli imprenditori associati al network Voyage en Italie, hanno voluto chiamare il programma di aiuti “RÊVES D’ENFANTS”. Aumentando di 20$ a persona il viaggio acquistato presso alcuni Tour Operator Canadesi e di 80 Riyal presso alcune Agenzie di Viaggio del Qatar, uomini d’affari o viaggiatori, che acquisteranno un pacchetto turistico o un volo verso l’Italia, pagheranno, incluso nel viaggio, la somma destinata al progetto. 
1“Vogliamo realizzare quei piccoli sogni che bambini di periferia manifestano allo stesso modo dei figli
di papà”
spiega Sai Mohamed, amministratore di una delle aziende del network. Favorevolmente sorpresa la preside Agata Gueli, che gestisce l’Istituto Comprensivo “E.Mattei” Gela e Butera e di cui fa parte il plesso “Cantina Sociale”, da sempre, plesso abbandonato e deprivato anche degli arredi scolastici. Ricordiamo che, dal  1° Settembre 2016, il Ministero dell’Istruzione ha tolto “Cantina Sociale” alla gestione del II° Circolo Didattico di Gela. Il plesso é stato poi consegnato il 5 Settembre, alla nuova preside Agata Gueli, in uno stato di totale abbandono, pieno di sporcizia, di carcasse di blatte ovunque e, fatto gravissimo, con i computer funzionanti scomparsi, quelli vecchi e rotti accatastati a mò di discarica, il wifi non più esistente e le lavagne elettroniche chiaramente strappate dalle pareti delle classi.
Su dove siano finiti i beni in dotazione alla Scuola è un mistero benché alcune mamme del quartiere giurano di avere visto, prima del passaggio delle consegne, un camion del Comune di Gela portarsi via gli arredi, anche quelli divelti dalle mura delle classi. “Pensavamo che il camion del Comune fosse venuto per portare altri arredi ed invece, li abbiamo visti portarsi via quei pochi beni utili ai nostri bambini” sostiene una delle mamme. Un insegnante, allora,

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avvia contatti con uno degli Assessori del Comune di Gela ma questi sostiene di non essere a conoscenza dell’accaduto. Allora, chi ha calpestato i bambini di Cantina Sociale? Chi oltraggiato quella Scuola? Il tutto sembrava essere avvolto nel mistero fino al 27 Settembre scorso, quando un gruppo di turisti Canadesi, incontrano per un cocktail sul lungomare gelese, l’assessore Francesco Salitritro. C’è anche la presenza discreta di un insegnante e, tra i turisti, due manager della “Premium Tours” e del Tour Operator “Quel Beau Voyage”. E’ lì, su una spiaggia dorata in un giorno di sole, che maestro, preside ed imprenditori esteri, concordano che i sogni dei bambini, “les rêves d’enfants” la strega non dovrà mai più rubarli. E così in una Cantina Sociale che sembra uscita da una novella verghiana, l’arrivo della nuova preside, porta finalmente un vento di reazione alla atavica rassegnazione. La stessa, si reca nel plesso oltraggiato, lasciando vuota la poltrona in direzione e scendendo dall’alto della collina ai piani bassi e periferici della città. La prima volta di una preside in quella Scuola, diranno i genitori stupiti. E così la voglia di reagire, di fare, pervade il quartiere ed il 4 Ottobre, giorno di San Francesco, Scuola e comitato di quartiere, organizzano una giornata ecologica coinvolgendo gli abitanti a ripulire giardini e spazi pubblici. Un vento nuovo tra la gente, una reazione positiva.

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Con l’arrivo del nuovo, a Cantina Sociale capiscono che è proprio giunto il momento di voltare pagina, di ripulire quanto di sporco è stato lasciato, di dimenticare presto quel vecchiume e quelle blatte che una volta vagavano per i corridoi di quella Scuola e che ora non ci sono più. Una storia cominciata male ma una bella storia che dà certo una seria lezione di vita a tanti.  Anche a Cantina Sociale, tante mamme e papà avranno, per i loro bambini, quella stessa attenzione e quelle pari opportunità, così come alcuni sanno fare altrove ma per i figli di papà.

 

 

GELA, LA SCUOLA OLTRAGGIATA

Il tempo sembra essersi fermato a Giugno, al dopo festa di fine anno, momento in cui si é agito indisturbati, lontano dagli occhi indiscreti di maestri, alunni e delle loro mamme che già da anni reclamano una maggiore attenzione per il loro quartiere ed i loro figli.
IMG-20160906-WA0005La Scuola Elementare “Cantina Sociale” di Gela, devastata ed imbrattata, sporca e piena di carcasse di blatte a pancia in sù. Questo è quanto hanno trovato questa mattina gli insegnanti che si sono recati nel Plesso per mettere un po’ d’ordine nelle classi e preparare l’accoglienza degli alunni, il 12 Settembre, primo giorno di Scuola. Lavagne elettroniche divelte e scomparse, apparecchiature varie sparite, computer rotti ammassati nella sala docenti, trasformata in discarica. IMG-20160906-WA0008Questa volta però non si tratterebbe di un atto vandalico come il fuoco che, anni fa, bruciò alcune classi del plesso. La questione, più complessa, rischia di finire sui tavoli del Ministero dell’Istruzione se non su quelli della Procura. “Cantina Sociale” è un plesso con una ampia utenza che fino al 31 Agosto era gestito dalla Direzione Didattica del II° Circolo di Gela, nella persona della Preside Clizia Nobile. Dal 1° Settembre il Ministero le ha tolto la gestione del Plesso affidandola alla Preside della Media “Enrico Mattei”, prof.ssa Agata Gueli. Fonti accreditate sostengono che la perdita del Plesso “Cantina Sociale” comporterà per il II° Circolo una riduzione di contributi che di norma sono erogati anche in base al numero di insegnanti ed alunni che compongono la popolazione scolastica. E proprio la scuola Cantina Sociale, quando faceva parte del II Circolo Didattico, aveva beneficiato della “realizzazione infrastrutturale per l’innovazione tecnologica” come cita il cartello ancora attaccato all’ingresso del medesimo Plesso. IMG-20160906-WA0004Ad accusare apertamente alcuni insegnanti e la stessa preside del II° Circolo di Gela, è la stessa fonte, che ha realizzato un report fotografico, dello stato attuale in cui versa la scuola “Cantina Sociale”. Responsabili, sostiene, di avere fatto asportare, dal plesso Cantina Sociale, tutti quei beni, sottratti ai bambini disagiati della periferia per ingrassare il II° Circolo Didattico e metterli a disposizione dell’utenza più “prestigiosa” di Caposoprano. “Questo è il motivo per cui le chiavi del Plesso Cantina Sociale sono state consegnate, alla nuova preside,  solo il 6 Settembre, a pochi giorni dall’inizio della Scuola” sostiene la fonte, mentre in una situazione normale, il passaggio di consegne sarebbe dovuto avvenire in Estate. Esterrefatti tutti gli insegnanti e la nuova Preside Gueli che oggi, per la prima volta si sono recati alla Scuola Cantina Sociale mentre una intera squadra sta effettuando una pulizia straordinaria. “Non abbiamo più il wifi, si sono portati via tutto”, sbotta amareggiato un insegnante. “Le conquiste di una scuola ed i beni acquisiti dovrebbero rimanere agli alunni dove la scuola è ubicata”, controbatte un altra maestra. La stessa preside Agata Gueli sostiene che la Scuola appartiene all’utenza e quando si va via, nessuno ha il diritto di toccare arredi e beni che dovevano continuare a fare parte di quella scuola e rimanere al servizio di quegli alunni e di quel plesso di periferia. Ed a Cantina Sociale le mamme sono già sul piede di guerra…