GELA, IL BROKER ACCIARO COLPEVOLE! CASSAZIONE RICONFERMA

L’assegno carta straccia emesso dal broker ex Allianz-Lloyd Adriatico Acciaro Vincenzo a garanzia dei soldi investiti dal maestro Timpanelli. Una truffa in piena regola condita con droga e simulazione di reati a danni del maestro per liberarsi del debito ( assegno firmato da Acciaro Vincenzo)

Il miserabile tentativo del broker gelese Acciaro Vincenzo, condannato in via definitiva ma senza carcere per intervenuta prescrizione, è stato quello di ricorrere contro la Cassazione che lo aveva già condannato nel Maggio scorso, inventandosi errori da parte dei giudici. Un comportamento vigliacco quello dell’imputato Acciaro che nasconde, invece, il timore che la parte offesa Domenico Timpanelli, faccia partire una imminente richiesta di risarcimento danni per i reati commessi da Acciaro. Durante la notte del 27 Aprile 2012, tra il criminale Biagio Tribulato ed il mandante della droga Acciaro Vincenzo, vi furono circa 30 telefonate e due SMS anche quando di notte Tribulato portava la droga fino alla vettura dell’ignaro maestro, parcheggiata nelle immediate vicinanze della sua abitazione. Per tutta la notte, telefonicamente, Acciaro gestì ogni movimento del lentinese Biagio Tribulato, portandolo fino innanzi il palazzo ove viveva Timpanelli. Quel pacco di droga, utilizzato per incastrare il maestro di Gela, pagato e commissionato dal broker Acciaro Vincenzo ed in mano a Biagio Tribulato, era il mezzo che doveva azzittire Domenico Timpanelli dal continuare a chiedere ad Acciaro, la restituzione delle proprie 250.000 euro che il maestro aveva investito presso il broker e che Acciaro aveva fatto sparire, truffando Timpanelli. Benché Acciaro, quella notte, si creò un alibi, recandosi a Ragusa, le telefonate, le celle telefoniche e gli spostamenti agganciati da alcune telecamere, permisero di ricostruire elementi accusatori, sia a carico di Biagio Tribulato, oggi recluso in carcere, che di Acciaro Vincenzo il quale non ha mai saputo spiegare il perché di quelle continue telefonate durante tutta la notte tra lui ed il criminale assoldato vicino alla mafia dei Cappello-Carateddi di Catania. Sappiamo che alle 3,05 di quella notte, Tribulato era innanzi la vettura del maestro Timpanelli e che fatto il lavoro sporco, ripartì da Gela per tornare verso Lentini.

Quello che ancora invece le Procure non hanno chiarito, sono gli ambigui e strani rapporti tra i due condannati Tribulato ed Acciaro, con il capitano della GdF Paolo Salemi. Non solo i tre si erano precedentemente riuniti al bar dell’orologio di Avola per concordare azioni contro il maestro Timpanelli, ma il criminale Biagio Tribulato, mentre trasportava la droga a Gela, si era sentito telefonicamente almeno 12 volte anche con l’ufficiale GdF Paolo Salemi. Cosa si siano detti per tutta la notte il criminale ed il finanziere non è chiaro ma una volta che la droga arrivò a Gela, il capitano GdF Paolo Salemi fece scattare il blitz contro l’ignaro maestro Timpanelli. 12 telefonate tra il criminale ed il finanziere, anche quando l’ufficiale era impegnato nella farlocca operazione anti droga contro il maestro. Ambigue anche le modalità del presunto ritrovamento del pacchetto di droga dietro la ruota esterna sinistra della Peugeot del maestro Timpanelli: il cane che non abbaiò mai e non diede segni di agitazione, la perquisizione ripetuta due volte, prima in strada e poi obbligando Timpanelli a spostare la sua vettura in un parcheggio attiguo. Inoltre, la droga saltata fuori, solo a perquisizione finita e mentre Timpanelli si trovava di spalle assieme al suo avvocato e molti finanzieri si erano allontanati dalla vettura. Infine il passaruota da cui sarebbe stata estratta la droga che non presentava segni di effrazione e la droga estratta da dietro la ruota esterna della Peugeot, senza l’utilizzo di un crick per alzare la vettura. Tra i fatti raccapriccianti, quello che alcuni finanzieri non videro mai chi avrebbe trovato il pacchetto di droga e tra questi i marescialli Minardi e Messina. L’indagato capitano Salemi invece sostiene che lo avrebbe estratto l’appuntato Cuffaro, morto d’infarto pochi giorni dopo mentre il maresciallo Iudici sostiene che il pacchetto di droga lo ha visto estrarre all’appuntato Iudici. Scandaloso infine che il finanziere Salemi, benché il maestro Timpanelli e sua madre avessero chiesto disperatamente di prendere le impronte digitali sul pacchetto di droga, il predetto finanziere abbia fatto sparire l’involucro che conteneva le predette impronte e quindi nascosto prove importanti. “Ho recentemente conosciuto il finanziere Zuppardo anche lui vittima tra il 2012 ed il 2013 di altri finanzieri che operavano all’interno di quella caserma di Gela” sostiene il maestro Timpanelli. “Sicuramente c’è stata una gestione fallimentare di alcune inchieste, la mia in primis, ma a pagare gli insuccessi di quei finanzieri, siamo stati noi INNOCENTI DI GELA e non chi con la propria incompetenza ha distrutto vite di gente onesta” Chi vuole ascoltare le dichiarazioni fatte in Trubunale dei finanzieri sopra citati, questa testata propone un documento esclusivo, registrato in Tribunale a Gela. Ascoltando bene la registrazione viene fuori un quadro desolante a cui, ad una vittima innocente, venne imposta la maschera dello spacciatore.

GELA: VINCENZO ACCIARO, TRA DROGA E CASSAZIONE

IL 5 MAGGIO SCORSO LA SESTA SEZIONE DELLA CORTE DI CASSAZIONE AVEVA SANCITO LA COLPEVOLEZZA DEL BROKER GELESE VINCENZO ACCIARO CONFERMANDO LA CONDANNA EMESSA DAL TRIBUNALE DI GELA A 4 ANNI DI RECLUSIONE MA SENZA CARCERE PER  SOPRAGIUNTA PRESCRIZIONE DEI REATI. SECONDO ACCIARO ED IL SUO DIFENSORE FERRARA, CHE PRESENTANO ULTERIORE RICORSO A ROMA, SIA I GIUDICI DI GELA CHE QUELLI ROMANI HANNO SBAGLIATO. SI OPPONGONO ALLE MOTIVAZIONI DEL RICORSO DI ACCIARO SIA LA PARTE OFFESA, TIMPANELLI DOMENICO CON L’AVV. VINCENZO RICOTTA CHE LA PROCURA GENERALE DI CALTANISSETTA: UDIENZA FISSATA PER IL 14 OTTOBRE.

Secondo i Magistrati, il gelese Acciaro Vincenzo è l’organizzatore dell’ormai noto « COMPLOTTO DI GELA« . Fu Vincenzo Acciaro ad avere assoldato il lentinese Biagio Tribulato, criminale vicino alla mafia di Catania oggi in carcere a Caltagirone, per simulare contro il maestro Domenico Timpanelli il reato di droga ed al fine liberarsi di un debito. “Acciaro utilizzò la propria posizione di broker finanziario ed il marchio Allianz della sua agenzia per attirarmi in trappola” dichiara Timpanelli. “Fece sparire le mie 250 mila euro che gli avevo consegnato in 5 assegni circolari da 50 mila euro ciascuno, mi truffò e si appropriò dei miei soldi in 10 anni mai restituiti. Quando li reclamai, organizzò contro di me, simulazioni di reati gravissimi potendo contare su spalleggiatori vicino alla mafia e su soggetti corrotti provenienti da una zona « grigia » che furono ambigui e disonesti. Una vicenda che dura circa un decennio e sulla quale, la vittima Domenico Timpanelli, ha tutte le intenzioni di procedere ancora per tanti anni fino almeno alla restituzione dei soldi che gli sono stati truffati da Acciaro. “Anche se l’udienza sarà a porte chiuse, io sarò a Roma dietro quella porta perché voglio credere che anche in questa vita, ci sia almeno un po’ di verità che in questa storia molti hanno nascosto e mortificato”.  Va inoltre segnalato che l’avvocato Ferrara, dopo la conferma di condanna ad Acciaro, il 5 Maggio scorso, dichiarava alla stampa che il suo assistito non era condannato ma, nel ricorso che oggi lo stesso avvocato presenta in Cassazione, il predetto scrive testualmente:  “È necessario puntualizzare che la dichiarazione di estinzione del reato per intervenuta prescrizione, presuppone un giudizio positivo di responsabilità in capo ad Acciaro, fatto che questo rende la situazione del tutto equiparata ad una pronuncia di condanna”. Così l’avv. Ferrara, difensore di Acciaro che dopo la condanna in Cassazione, si scagliò contro Rete Chiara e contro il Quotidiano di Gela minacciando querele, poiché a suo dire non si trattava di condanna. Lo stesso Quotidiano di Gela, cancellò il primo articolo che riportava il titolo di condanna ad Acciaro per poi pubblicarne una nuova notizia dal titolo « Caso Timpanelli, difesa Acciaro: “Non è condanna, se necessario ricorso a Corte EuropeaE pertanto se non fosse stata condanna non si capiva perché nello stesso titolo l’avvocato ne sollecitava un ricorso. “I magistrati non hanno certo fatto l’applauso ad Acciaro; lo hanno invece condannato dovendo purtroppo dichiarare prescritto il reato penale ma non quello civile” sostiene Timpanelli. “Vedremo adesso cosa dirà il 14 Ottobre la stessa Cassazione ma il processo penale contro Acciaro ha avuto tre gradi di giudizio e non si può fare né un quarto né un quinto grado. Credo e mi auguro che i magistrati romani dichiarino illegittimo il ricorso di Acciaro confermando ciò che la stessa Cassazione ha sancito il 5 Maggio scorso. Ciò, nel rispetto della legge e delle stesse recenti sentenze della Cassazione che in casi simili hanno dichiarato la nullità di un qualunque ricorso che non fa altro che reiterare le stesse cose dette in Cassazione durante la precedente udienza. ”. Nell’attesa quindi della decisione, del 14 Ottobre, questa testata ripropone l’intervista di Maggio scorso alla vittima, avvenuta dopo la condanna del broker finanziario Acciaro Vincenzo. Certamente, anche i magistrati romani non inviarono applausi ad Acciaro, né plausi ai delinquenti che lo hanno sostenuto nella commissione dei suoi gravi reati.

In video, Domenico Timpanelli mentre mostra alla stampa il gesto sguaiato di « bingo e vittoria » posto in essere da uno dei finanzieri che si compiaceva per l’arresto del maestro innocente. Pochi giorni dopo il finanziere Bingo moriva d’infarto