GELA, DA DETENUTO A PARTE OFFESA, TIMPANELLI ACCUSA ACCIARO

UDIENZA FIUME QUELLA SOSTENUTA DAL PROFESSORE DOMENICO TIMPANELLI, SENTITO PER ORE IN TRIBUNALE, LONTANO DA PUBBLICO E GIORNALISTI. PRESENTE LIMPUTATO ACCIARO VINCENZO ACCUSATO DI “CONTRIBUIRE A SIMULARE A CARICO DI TIMPANELLI LE TRACCE DI REATO DI DROGA, FACENDO RITROVARE, 482 GR. DI HASHISH E CIRCA 5 GR. DI COCAINA…”

Il complotto di Gela raccontato dalla parte offesa Domenico Timpanelli che per un intero pomeriggio ha risposto, per ore, a tutte le domande del Pubblico Ministero e del difensore di Acciaro Vincenzo. Nel 2012, a carico del Timpanelli, furono simulati anche i reati di droga ed usura con false dichiarazioni e denunce rese da Acciaro Vincenzo e Tribulato Biagio. Quest’ultimo, vicino al clan mafioso dei Cappello-Carateddi e già stato condannato in primo grado a 3 anni e sei mesi di reclusione per gli stessi reati che oggi sono contestati all’ex promoter gelese Acciaro Vincenzo.

L’imputato Acciaro Vincenzo.

Il movente come noto, era un assegno di euro 250.000,00 che Timpanelli doveva incassare, soldi investiti presso il promoter Acciaro, il quale li aveva fatti sparire. E proprio il complotto, secondo Timpanelli, non nasce con il pacco di droga, fatto mettere dietro la ruota della sua autovettura. Acciaro e Tribulato, due settimane prima dell’ingiusto arresto del Timpanelli, avevano organizzato una falsa restituzione della somma, ma per volontà di Acciaro, in contanti e presso la Presidenza della Scuola ove insegnava Timpanelli. Anche quella fu una trappola perché Acciaro aveva già falsamente denunciato Timpanelli per usura e si era poi recato a Scuola con dei contanti dicendo di volere in parte restituire la somma al maestro Timpanelli. In realtà, innanzi la Scuola vi erano alcuni finanzieri pronti ad arrestare Timpanelli, in quanto Acciaro e Tribulato, avrebbero poi fatto passare quella restituzione di soldi, come  frutto di usura.”

L’assegno-truffa emesso da Acciaro Vincenzo

Il difensore di Acciaro che non ha certamente gradito il lungo intervento del maestro Timpanelli, ha tentato di scagionare l’imputato Acciaro e le sue responsabilità le cui colpe ricadrebbero, su dei Romeni o sugli stessi finanzieri. Ma il finanziere Paolo Salemi, benché con formula dubitativa, è stato prosciolto. Quale movente poteva avere il finanziere? I soldi li aveva intascati Acciaro, se ne era ingiustamente appropriato e li aveva fatti sparire. Acciaro semmai aveva urgenza che Timpanelli fosse eliminato anche perché lo stesso Timpanelli lo aveva minacciato di denuncia. Semmai, ai magistrati, Timpanelli ha dichiarato che quei finanzieri agirono da incompetenti perché, alcuni di loro si sono fatti prendere in giro da Acciaro e Tribulato.   “Lavvocato di Acciaro non tiene conto neppure delle intercettazioni ambientali fatti presso la Procura della Repubblica”, sostiene Timpanelli. Quattro ore di conversazioni tra Acciaro e Tribulato che, secondo Timpanelli, inchiodano lo stesso Acciaro:

TRIBULATO: “U FATTU DA MACHINA SAVIA A FARI”

ACCIARO: “NO, NO, NO NON LO FARE QUEL DISCORSO”   ed ancora

ACCIARO: “ MINCHIA, AVISSIVU CHIU RIMEDIO….DI DROGA…”

Dalle carte emerge, altresì che Acciaro e Tribulato ERANO A CONOSCENZA CHE TIMPANELLI LA NOTTE DEL 27 APRILE 2012, DOVEVA ESSERE ARRESTATO.

Per Timpanelli, basterebbe solo questo e le intercettazioni ambientali della Procura per inchiodare Acciaro alle sue responsabilità. Tribulato infatti dopo la condanna è scomparso malgrado il DAP, la Polizia di Stato ed i Carabinieri lo abbiano cercato. Lo stesso si è reso irreperibile a tal punto che il GIP del Tribunale di Gela, ha dovuto emettere decreto di irreperibilità.

 

Pur di eliminare Timpanelli, facendolo arrestare, emerge che Acciaro aveva pagato e corrotto i suoi testi: il gelese Aiello Graziano e lo stesso Tribulato Biagio che allora, dovevano rendere falsa testimonianza al PM Serafina Cannatà. Lo stesso Acciaro intercettato in Procura dirà “ Si dici na cosa diversa a cué ca sbagghia a parrari, ccà davanti a tutti ci livamu immediatamente i sordi…subito!”. Ed infatti qualcosa va storto perché l’allora PM Serafina Cannatà, trattiene Aiello Graziano più del dovuto e lo mette sotto torchio. Acciaro: “Io non lo capisco…. Tuttu stu tempu”… e Tribulato: “Me lo domandavo pure adesso…. Macari chissu spara minchiati…che si sta mpappinannu?

Aiello, pressato dal PM allora “sbagghia a parrari” ed invece di dichiarare quanto falsamente concordato con Acciaro, dirà che Acciaro gli ha prestato dei soldi e che lui, (Aiello Graziano), gli dava degli interessi. Ed infatti, Acciaro, al telefono, infuriato dirà. “No Graziano ha finito ora. Eeeh…no comunque non si e comportato bene…no niente… UN    QUACCHUARACCUÀ..…perché gli ha detto alla dottoressa, che lui questi soldi che ha ricevuto, me li ha messi in un cassetto, me li ha conservati no? E ME LI DAVA OGNI TANTO CON GLI INTERESSI….”

Ecco “l’usurato” Acciaro che presta soldi in contanti e che chiede interessi. Ecco un pacco di droga che viene utilizzato per fare arrestare un innocente. Ecco a Gela, una Guardia di Finanza inutile e deludente che ha fallito miseramente mandando in carcere un innocente e creando solo danni enormi.