INTERCETTAZIONI A GELA: « U FATTU DA MACHINA S’AVIA A FARI ». « NO, NO, NO, NON LO FARE QUEL DISCORSO »…

09Il 20 Giugno 2012,  si trovano in Procura a Gela, l’ex promoter della Lloyd Adriatico di Piazza Messico, ACCIARO VINCENZO ed il suo collaboratore in affari, il lentinese TRIBULATO BIAGIO. I due stanno rendendo dichiarazioni, poi rivelatesi false, contro l’insegnante gelese Domenico Timpanelli, ingiustamente accusato di droga ed usura ed oggi riconosciuto totalmente innocente. Tribulato Biagio ed Acciaro Vincenzo non sono pienamente consapevoli che nella sala d’attesa ci sono le microspie. Quattro ore di intercettazioni, poi copiate su un CD, finito, due anni più tardi, nelle mani del maestro Timpanelli.  « Materiale interessante » disse subito l’insegnante, che si recò, il 18 Giugno 2014, da un ex maresciallo dei carabinieri, oggi consulente fonografico presso il Tribunale di Agrigento.  Intercettazioni contenute in un fascicolo di 90 pagine che Timpanelli ha fatto recapitare sia alla Procura di Gela, che a quella Generale di Caltanissetta.  Tra varie conversazioni e sussurri, c’é un passaggio in cui Tribulato Biagio si rivolge ad Acciaro Vincenzo: « Perché oggi siamo qui al Tribunale…Eh penzu ca se c’erano i sordi e un si studiava a strategia…. Qua si deve fare per forza u fattu da machina… Qua si deve fare per forza quella strategia per deviare… »  Ed Acciaro interrompendo Tribulato: « No, no, no…non lo fare quel discorso…. »  Poco dopo, lo stesso Tribulato, rivolgendosi al promoter Acciaro: « Queste strade possono essere sbagliate, possono essere giuste, booh, chi lo sa »?  Come noto, Lunedì 30 Aprile 2012, Domenico Timpanelli, doveva recarsi in Banca a versare un assegno a firma del promoter Acciaro, soldi che Timpanelli aveva investito e che Acciaro aveva fatto sparire. la Procura della Repubblica di Gela, ha accertato che se Timpanelli fosse andato in Banca, la mattina del 30 Aprile, avrebbe versato un assegno vuoto, considerato che, nel conto del promoter, non c’erano soldi ed anzi il conto era in rosso. L’assegno, a garanzia del capitale versato da Timpanelli ed  emesso dal promoter gelese ACCIARO VINCENZO era carta straccia.

Assegno consegnato al maestro Timpanelli quale garanzia delle 250 mila euro da lui versate al promoter. Tale assegno é risultato carta straccia
L’ASSEGNO-CARTA STRACCIA, EMESSO DAL PROMOTER GELESE ACCIARO VINCENZO E CONSEGNATO  AL MAESTRO DOMENICO TIMPANELLI.

« Controlli fatti dalla Procura, hanno accertato che i soldi che io avevo investito dagli Acciaro erano soldi puliti, frutto di tanto mio lavoro e sacrifici » dichiara Timpanelli. « Non so però se la Procura di Gela abbia mai verificato come Acciaro abbia speso i miei soldi, assieme a chi, o se abbia regalato una parte di denaro a qualcuno. Una cosa però é certa che quelli erano i miei risparmi, che mi sono stati sottratti con l’inganno di un investimento che fu invece una truffa ». Il 27 Aprile 2012, Domenico Timpanelli, venne arrestato in una operazione ambigua, gestita dal capitano Paolo Salemi di Avola, allora comandante del nucleo operativo della Guardia di Finanza di Gela. Dopo una perquisizione già conclusa, dalla ruota anteriore sinistra della vettura del Timpanelli, sarebbe uscito fuori un solo pacco contenente mezzo kilo di hascisc e 5 grammi di cocaina. Timpanelli ed il suo avvocato Rocco Fasciana, che nel frattempo si erano allontanati e che davano le spalle ai finanzieri,  non videro nulla, semmai sentirono gridare « Bingo »! I tre pacchi esposti sul tavolo della caserma con i sigilli della Guardia di Finanza, (foto principale di questo articolo), sono la prova del fallimento di tutta l’operazione. « Quanto rappresentato sulla foto di copertina, non é il corpo del reato che sarebbe stato estratto da dietro la ruota » sostiene Timpanelli.  « Quello che sarebbe stato ritrovato, era un solo grosso pacco, imballato con la stessa tipologia di nastro e stesso colore che avvolge i tre pacchetti in foto e che furono « rifatti » in caserma dai finanzieri, dopo il mio ingiusto arresto ».  Dopo quella perquisizione molto ambigua, l’involucro che avvolgeva il corpo di reato originale sparì ed assieme al predetto,  sparirono anche le impronte digitali benché il Timpanelli e sua madre, chiedevano disperatamente di farle verificare. Né mai Timpanelli o il suo avvocato vennero chiamati, durante il ritrovamento e l’estrazione del pacco di droga da dietro la ruota. Tutto avvenne in pochi secondi, dietro le spalle di Timpanelli e del suo avvocato, a pochi metri di distanza.11 Il promoter Acciaro, che doveva restituire 250.000 euro al maestro Timpanelli, Tribulato Biagio, soggetto amico di alcuni mafiosi del clan Cappello di Catania e del clan dei Nardo del siracusano, il capitano della finanza Paolo Salemi, sono le tre persone chiave di tutta la vicenda. I tre sono quelli che si seggono insieme al bar dell’orologio di Avola, 20 giorni prima dell’arresto del Timpanelli e, tra pasticcini e caffé, discutono su come fare fuori il maestro. I tre, sono quelli che si telefonano per tutto il giorno, il 26 Aprile 2012 nonché durante tutta la notte del 27 Aprile, anche quando il capitano Paolo Salemi, é impegnato ad arrestare Timpanelli: decine di telefonate tra Tribulato ed Acciaro e tra Tribulato ed il capitano Salemi Paolo. Oggi, i tre risultano essere indagati per simulazione di reato e Tribulato già processato in contumacia per calunnia, in quanto lui sarebbe il FALSO  « confidente »  del capitano Paolo Salemi. Il capitano Paolo Salemi ha dichiarato che Biagio Tribulato é un confidente nonché un promoter della Allianz di Lentini. Ma da indagini personali fatte dal maestro, Tribulato non solo non sarebbe un confidente ma non avrebbe neppure mai lavorato come promoter della Allianz.968342315 Tribulato, per un certo periodo, avrebbe gestito una ditta dolciaria, avrebbe lavorato presso il ristorante  » IL TORERO », lungo la strada Catania/Siracusa, luogo d’incontri tra mafiosi ed il cui titolare é quel Giuseppe Coniglione (in foto a sinistra), organico al clan Cappello/Carrateddi, arrestato, nel Maggio del 2012, nell’operazione della DIA denominata « Bermuda ». In una pertinenza del ristorante, i carabinieri della compagnia di Augusta, trovarono 117.000,00 euro in contanti.
Tra le dichiarazioni più inquietanti, spicca proprio quella del promoter Vincenzo Acciaro, il quale sostiene che il capitano Paolo Salemi, gli aveva detto che Timpanelli era legato a fatti di droga con Catania. Acciaro dichiara addirittura che lui era a conoscenza che quella notte Timpanelli doveva essere arrestato. Ormai da anni, Timpanelli chiede ai magistrati della Procura di Gela, un esperimento giudiziale al fine di potere vedere come quella droga sarebbe stata introdotta ed estratta da dietro la ruota esterna della sua vettura sportiva e con le ruote maggiorate. Dopo l’ingiusto carcere che bloccò Timpanelli dal versare l’assegno a firma di Acciaro Vincenzo, nel Maggio 2013, il maestro Timpanelli Domenico é stato definitivamente prosciolto da tutte le accuse mosse dal promoter Vincenzo Acciaro, dal falso confidente Biagio Tribulato e dal finanziere Paolo Salemi.  Purtoppo, ancora oggi, la Procura di Gela non lo ha sentito come parte offesa, né risultano essere processati alcuni possibili correi vicini al falso confidente Tribulato Biagio. Eppure il giudice Lirio Conti scrisse di « complotto ordito ai danni del Timpanelli ANCHE  da chi aveva interesse a far sì che il Timpanelli non portasse all’incasso la somma indicata nell’assegno »…. L’interesse affinché il Timpanelli non portasse all’incasso quell’assegno vuoto non era certo di Tribulato Biagio, già processato per calunnia o comunque se tale interesse fosse stato anche del Tribulato, probabilmente il predetto lo condivideva con altri correi. A quasi 5 anni dall’ingiusto arresto del maestro Domenico Timpanelli, la verità é ancora lontana.